ue-tassa-ultra-ricchiSono ben 130 gli eurodeputati che chiedono a gran voce, attraverso una petizione, la tassa sugli ultra-ricchi: ecco cosa bolle in pentola all’interno del Parlamento UE.


La petizione è stata firmata e lanciata da ben 130 eurodeutati attraverso un articolo pubblicato sul quotidiano francese Le Monde.

Promotori della campagna sono l’europarlamentare francese Aurore Lalucq (Socialisti e Democratici, sinistra) e l’economista Gabriel Zucman.

Il programma è semplice: “Quello che siamo riusciti a ottenere per le multinazionali, dobbiamo farlo ora per i ricchi”.

Scopriamo nello specifico di cosa tratta questa proposta.

UE, tassa sugli ultra-ricchi: ecco la proposta

Il riferimento, infatti, è l’estensione della tassa globale minima del 15% sulle imprese multinazionali anche ai privati cittadini.

Si tratterebbe dunque di una sorta di super-patrimoniale. Secondo le intenzioni dell’eurodeputata e dell’economista, esperto di evasione fiscale e tassazione dei redditi elevati:

La nostra proposta è semplice: introdurre un’imposta progressiva sulla ricchezza degli ultra-ricchi su scala internazionale per ridurre le disuguaglianze e contribuire a finanziare gli investimenti necessari per la transizione ecologica e sociale.”

L‘idea è quella di un’imposta dell’1,5% su patrimoni di almeno 50 milioni di euro, ma affermano che il livello esatto dell’imposta dovrebbe essere deciso “collettivamente e democraticamente“.

L’esempio lampante citato è quello di Elon Musk, come riportato anche dall’ANSA, che “non ha pagato un centesimo di tasse federali” mentre in Francia “le 370 famiglie più ricche sono effettivamente tassate solo del 2 o 3% circa“.

Il tutto in un periodo in cui, secondo un recente rapporto Oxfam, risulta battuto il record dell’intero decennio 2012-2021, in cui il top-1% aveva beneficiato di poco più della metà (il 54%) dell’incremento della ricchezza planetaria. Per la prima volta in 25 anni aumentano inoltre allo stesso tempo estrema ricchezza ed estrema povertà.

Qual è la situazione in Italia?

Secondo il rapporto dell’Oxfam sopra citato, in Italia i ricchi con patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari (lo 0,134% degli italiani) erano titolari, a fine 2021, di un ammontare di ricchezza equivalente a quella posseduta dal 60% degli italiani più poveri.

Quindi, in linea teorica, anche nel nostro paese l’idea di una tassa sui ricchi potrebbe “attecchire”: tuttavia la politica non si è mai dimostrata particolarmente aperta all’idea di una “patrimoniale“. Anzi è stato spesso utilizzato il termine improprio di tassazione sui ricchi.

Nella terminologia politica e giornalistica italiana l’espressione “Legge sui ricchi” è entrata per la prima volta nel dibattito politico nel marzo 2009, in un’accesa polemica nella quale è intervenuto l’allora premier Silvio Berlusconi.

Gli unici periodi in cui, nel nostro paese, è stato applicato un regime fiscale di questo tipo sono i seguenti:

  • nel 1922 a seguito della depressione del 1920-1921
  • per esigenze “straordinarie”, come il finanziamento delle guerre coloniali d’Africa (1936-1938)
  • per quella della ricostruzione postbellica del 1947
  • e nel 1992 tramite un prelievo forzoso del 6 per mille ad opera del governo Amato tramite il Decreto Legge 333/1992.

 


Fonte: articolo di Giuseppe Orefice