La Commissione UE ha trasferito all’Italia la quinta rata del PNRR, equivalente a 11 miliardi di euro: il Governo mostra soddisfazione e sottolinea i risultati raggiunti, ma i dati forniti rischiano di essere fuorvianti.


Questo pagamento segue la valutazione positiva della Commissione, formalmente adottata lo scorso 2 luglio, relativa al raggiungimento di 53 traguardi e obiettivi previsti per questa tranche del piano italiano.

Secondo quanto diffuso all’interno di una nota di Palazzo Chigi, con l’incasso della quinta rata, l’Italia si conferma il Paese membro dell’UE che ha ricevuto il maggiore ammontare di finanziamenti, pari a 113,5 miliardi di euro, corrispondente al 58,4% delle risorse complessive del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Gli obiettivi raggiunti, come spiegato da Palazzo Chigi, riguardano quattordici riforme e ventidue investimenti in settori chiave per la modernizzazione del Paese. Tra questi, la concorrenza, gli appalti pubblici, la giustizia, la gestione dei rifiuti e delle risorse idriche, l’istruzione secondaria e terziaria, le infrastrutture, la sanità, la cultura, l’università e la pubblica amministrazione, con particolare attenzione alla transizione digitale.

Tuttavia, nonostante  l’ottimismo del Governo Meloni, ci sono voci critiche riguardo la reale efficacia e trasparenza del PNRR, come evidenziato in un recente rapporto curato dalla Fondazione Openpolis.

UE versa quinta rata PNRR all’Italia: ma i dati del Governo sono fuorvianti

La Fondazione in un recente dossier ha infatti evidenziato come le dichiarazioni del governo possano essere fuorvianti, enfatizzando alcuni dati e trascurandone altri. Questo rende difficile avere una chiara visione dello stato di avanzamento del piano.

Ecco un approfondimento dettagliato, punto per punto, delle osservazioni contenute nel rapporto.

Stato di avanzamento del piano

La Fondazione Openpolis accusa il governo di fornire dichiarazioni potenzialmente fuorvianti. Viene sottolineato che l’enfasi posta su alcuni dati relativi alle “misure attivate” può distorcere la percezione del reale stato di avanzamento del PNRR. Sebbene sia vero che l’85% degli importi è attribuibile a misure già attivate, ciò non implica necessariamente che i progetti siano già nella fase di concreta realizzazione.

Spesa effettiva sostenuta

Secondo il rapporto, un indicatore più significativo dello stato di avanzamento del PNRR è la spesa effettiva sostenuta. Nei primi sei mesi del 2024, l’Italia ha speso 8,5 miliardi di euro dei fondi PNRR. Questo dato è preoccupante se confrontato con l’obiettivo annuale di spesa di 43,2 miliardi di euro, un traguardo che appare difficilmente raggiungibile senza un cambio di passo significativo.

Confronto con gli altri paesi europei

Il rapporto evidenzia che, sebbene l’Italia sia al primo posto per numero di traguardi e obiettivi raggiunti, questi rappresentano meno del 40% del totale. Paesi come la Francia e la Spagna hanno percentuali più alte di obiettivi completati. La Francia, ad esempio, ha raggiunto il 67% delle scadenze previste, mentre l’Italia si ferma al 29%.

Valutazioni di organismi internazionali

La relazione governativa cita le valutazioni positive di diversi organismi internazionali, come la Commissione Europea, l’OCSE e il Fondo Monetario Internazionale. Tuttavia, Openpolis sottolinea che queste valutazioni non sono prive di critiche. La relazione del governo tende a omettere le criticità ancora non risolte riportate da questi organismi.

Procedure di attivazione e spesa sostenuta

Il rapporto analizza le procedure di attivazione, notando che queste non sempre si traducono in progetti concretamente avviati. La relazione governativa riporta che il valore complessivo delle misure attivate è di circa 164,8 miliardi sui 194,4 miliardi totali assegnati all’Italia, ma Openpolis suggerisce che l’attivazione di una misura non garantisce automaticamente la realizzazione effettiva del progetto.

Avanzamento per missione

Aggregando i dati per missione, emerge che tre delle sette macro aree di intervento del PNRR sono già attivate per oltre il 90% degli importi previsti. La missione 3, “Infrastrutture per una mobilità sostenibile”, arriva al 99%. Tuttavia, Openpolis avverte che una percentuale alta di attivazione non equivale a una percentuale altrettanto alta di realizzazione concreta.

Misure non ancora attivate e fondi da assegnare

Secondo la relazione, 29,6 miliardi di euro del PNRR afferiscono a misure non ancora attivate. Questi riguardano principalmente misure nuove o che hanno cambiato amministrazione titolare a seguito della revisione del piano. Openpolis sottolinea che molte di queste misure sono ancora in fase di selezione dei progetti da finanziare.

Openpolis segnala che ci sono ancora 1,38 miliardi di euro da spendere, di competenza della struttura di missione del PNRR. Questa cifra potrebbe essere ricollocata in base a future riprogrammazioni economiche del piano.

Importanza delle procedure di affidamento

Per gli interventi che richiedono procedure di affidamento come bandi e avvisi pubblici, la messa a gara delle risorse è considerata un indicatore affidabile di avanzamento. Tuttavia, Openpolis indica che anche in questi casi, la messa a gara non garantisce automaticamente l’avvio dei progetti.

Spesa complessiva dei fondi PNRR

Al 30 giugno 2024, il totale dei fondi PNRR spesi ammontava a 51,36 miliardi di euro, pari al 31% delle risorse rientranti nelle misure attivate e al 26% dell’importo totale del PNRR italiano. Questo dato evidenzia un ritardo significativo nella realizzazione concreta dei progetti.

Capacità di spesa delle amministrazioni titoliari

La relazione governativa fornisce dati anche sulla spesa sostenuta dalle diverse amministrazioni titolari. Il Ministero dell’Ambiente ha registrato la spesa più rilevante, con 14,34 miliardi di euro, seguito dal Ministero delle Imprese con 14 miliardi e dal Ministero delle Infrastrutture con 8,1 miliardi. Tuttavia, Openpolis evidenzia che alcune amministrazioni mostrano una capacità di spesa molto bassa.

Confronto con il cronoprogramma delle erogazioni dei fondi

Infine, Openpolis osserva che non tutti i PNRR prevedono l’invio di 10 richieste di pagamento come il piano italiano. Solo altri sette PNRR hanno questa struttura. Tra questi paesi, l’Italia è l’unica ad aver già presentato la richiesta della sesta rata, mentre altri paesi come la Croazia, la Spagna, la Slovacchia e il Portogallo ne hanno presentate solo quattro o cinque.

Il testo della relazione

Qui il dossier completo.


Fonte: articolo della redazione, basato sui dati del dossier della Fondazione Openpolis