Il Gruppo degli esperti Iva accoglie l’iniziativa della Commissione europea di esaminare le opzioni possibili per l’attuazione del principio di destinazione nel commercio transfrontaliero business to business con l’obiettivo di assicurare un livello di parità tra le transazioni transnazionali europee e quelle nazionali e allo stesso tempo di contrastare il problema delle frodi Iva. In base alle nuove norme, le transazioni transfrontaliere continuerebbero a essere tassate in base alle aliquote dello Stato membro di destinazione (“principio della destinazione”), come avviene attualmente, ma la riscossione delle imposte cambierebbe gradualmente avvicinandosi a un sistema più a prova di frode.
L’invito degli esperti
Il Gruppo degli esperti Iva ha invitato tutti gli stakeholder (Stati membri, Commissione Europea e imprenditori) a rendere effettivo a breve termine l’utilizzo delle misure in vigore per contrastare le frodi Iva. In particolare gli Stati membri e la Commissione dovrebbero accrescere gli sforzi per migliorare l’efficienza della cooperazione internazionale tra le amministrazioni fiscali nazionali. Inoltre, gli esperti hanno chiesto agli stakeholder di cooperare con l’obiettivo di intercettare e risolvere il problema delle frodi Iva nel sistema europeo in un approccio coordinato che è pienamente compatibile con i requisiti del mercato unico. Un approccio di questo tipo dovrebbe incorporare una valutazione d’impatto dei costi, dei benefici e dell’efficacia delle misure proposte. Gli stakeholder dovranno anche lavorare insieme attivamente e tempestivamente per creare un sistema basato sul principio di destinazione per uno spazio unico europeo dell’Iva.
Le misure autonome degli Stati: percorso non consigliato
Eventuali approcci specifici degli Stati membri, come ad esempio un sistema di inversione contabile generale, anche in via sperimentale e a livello nazionale, avrebbero messo a rischio lo sviluppo di un sistema coerente, armonizzato e a prova di frodi Iva per tutti gli Stati membri e le parti interessate. Queste misure autonome, non coordinate adottate dagli Stati membri potrebbero spostare l’attenzione dall’obiettivo prioritario di mettere in atto un regime definitivo alla prima occasione. Si creerebbero, quindi, ulteriori distorsioni nel mercato interno e quindi aumenterebbero anche le possibilità di frode; la Commissione viene esortata ad astenersi dal sostenere questi approcci specifici degli Stati membri e a collaborare con tutti i soggetti interessati nella definizione di un sistema Iva definitivo. Il gruppo degli esperti Iva rimane fortemente impegnato a condividere le sue competenze tecniche e le sue esperienze pratiche attraverso l’intero processo di questa iniziativa.
Il piano d’azione sull’Iva
La Commissione europea ha recentemente pubblicato un piano d’azione in materia di Iva, che mira a rendere la misura del sistema Iva dell’Unione europea adatta al 21° secolo. Questo piano prevede un’azione per affrontare il divario Iva nel breve termine su tre fronti. Il primo è relativo al raggiungimento di una migliore cooperazione amministrativa tra gli Stati membri e con i paesi extra-UE , ottimizzando la conformità e le prestazioni delle amministrazioni fiscali europee. Il secondo fronte richiede la creazione di un robusto, equo ed efficiente spazio unico europeo dell’Iva attraverso l’elaborazione di un regime definitivo e l’introduzione di misure a medio termine per affrontare il divario Iva. Un solido spazio unico europeo dell’Iva tratterebbe le operazioni transfrontaliere alla stessa stregua delle operazioni nazionali, ponendo termine alla debolezza endemica del sistema, e integrerebbe la gestione e l’applicazione dell’imposta mediante una più stretta cooperazione tra le amministrazioni fiscali. La Commissione ritiene che questo cambiamento da solo dovrebbe contribuire a ridurre le frodi Iva transfrontaliere di 40 miliardi di euro l’anno. Il terzo e ultimo fronte è quello che richiede un riavvio dell’attuale sistema dell’Iva nell’UE allo scopo di renderlo più semplice, efficiente e favorevole alle imprese. Infatti, le frodi a danno del l’attuale sistema Iva dell’Unione europea crea maggiori ostacoli per il buon funzionamento del mercato unico Ue per le imprese e le amministrazioni fiscali simili. Una riforma del sistema è quindi di vitale importanza per la competitività europea e per il futuro benessere di tutti i cittadini dell’Ue.