Secondo Bruxelles il nostro Paese è a rischio di una ‘deviazione significativa’ dagli obiettivi, e se non realizzerà per intero la correzione del o 0,3% del Pil, rischia a maggio l’apertura di una procedura per debito eccessivo. Ma il dipartimento del Tesoro smentisce.
Per la Commissione europea il buco nei conti c’è, ma secondo l’Italia non si vede. Ed è per questa differenza di vedute che i due interlocutori continueranno a confrontarsi, fino a maggio prossimo, nella speranza di trovare una visione comune e poter promuovere i conti pubblici italiani ancora una volta e senza riserve. Perché l’opinione Ue sulla legge di bilancio 2018, al momento, dice che l’Italia è a rischio di una ‘deviazione significativa’ dagli obiettivi, e se non realizzerà per intero la correzione prevista, cioè lo 0,3% del Pil, rischia a maggio l’apertura di una procedura per debito eccessivo. Con tanto di percorso correttivo che imbriglierebbe completamente le manovre del prossimo Governo. Il Tesoro è fiducioso che non serviranno altri interventi. Il governo – dicono fonti del Mef – “è fiducioso che attraverso il dialogo costruttivo con la Commissione potranno essere chiariti i diversi punti di vista, senza la necessità di ricorrere ad ulteriori interventi”.
Ma per scamparla, l’Italia dovrà fare quelle “azioni necessarie” che la Ue le chiede. Non sotto forma di una manovra aggiuntiva bensì nell’ambito del ciclo di bilancio. In pratica, un aggiustamento dei conti strada facendo per trovare tra i 3 e 5 miliardi, a seconda di quanto la deviazione sarà cambiata nel corso dei mesi. Per la Ue un punto di partenza, ad esempio, potrebbe essere il rispetto delle riforme già attuate, come quella Fornero. Toccare le pensioni, spiega la Ue, rischia di aggravare il debito ancora di più nel medio termine. Replica il Mef: “gli interventi proposti dal governo ai sindacati, che saranno recepiti in emendamenti al ddl di bilancio, tutelano le categorie che svolgono attività particolarmente gravose senza però mettere a rischio la sostenibilità del sistema”. Nell’opinione sulla legge di stabilità 2018 “la Commissione Ue conclude che c’è un rischio di non rispetto del Patto, e quindi invita le autorità italiane a prendere le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio per assicurare che sia in linea con il Patto”, ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis in un’intervista all’Ansa, precisando inoltre che il Governo deve usare “le entrate impreviste per ridurre il debito”.
Riconoscendo che l’Italia ha fatto “molti sforzi di recente per la competitività e la crescita”, ha poi sottolineato che “è cruciale” che adotti la manovra 2108 “senza annacquare le sue disposizioni principali”, e che venga attuata “in modo rigido per centrare uno sforzo strutturale di 0,3% del Pil”. La stessa cifra prevista da Roma, “ma attualmente non la vediamo ancora interamente presente”, ha ammesso. Neanche dopo aver preso in considerazione “i fattori rilevanti come l’incertezza sulla stima dell’output gap, il bisogno di bilanciare l’aggiustamento con il sostegno alla crescita”. Lo 0,3% è insomma ancora da centrare. Per ora, Bruxelles vede solo uno 0,1% nelle sue previsioni sul saldo strutturale del 2018. Numero che può cambiare in peggio se, ad esempio, la manovra verrà cambiata in Parlamento. Perciò la lettera chiede di non fare retromarce sulle riforme strutturali, specialmente quella sulle pensioni. I tecnici della Ue si sono infatti accorti che il saldo strutturale del 2017 è leggermente peggiorato anche a causa dell’Ape. Estenderlo al 2018 sarebbe ancora più rischioso per il debito. “Il persistere del debito elevato è motivo di preoccupazione”, scrive Bruxelles nell’opinione.
L’appuntamento è quindi a maggio, con una nuova valutazione dei conti che terrà conto dei risultati consolidati del 2017, anno su cui ancora gravano “incertezze” – scrivono i commissari nella lettera – come le entrate della lotta all’evasione grazie allo split payment. Inoltre, a maggio si dovrà confermare anche la flessibilità concessa nel 2017, pari a 0,34%, perché viene verificata sempre ex post. Se l’incertezza 2017 sarà compensata da una manovra solida 2018, i conti saranno al sicuro. Restano però le debolezze, messe in luce anche quest’anno dal rapporto sugli squilibri: bassa produttività, troppi npl, disoccupazione elevata. Che rimettono l’Italia, assieme ad altri 11, sotto stretto monitoraggio.