tav-analisi-costi-benefici-mitTAV, analisi costi benefici: il MIT ha pubblicato il documento commissionato dal governo, consegnato ai due vicepremier. Ecco le conclusioni dello studio.


Gli esperti della Struttura Tecnica di Missione del MIT hanno completato le valutazioni sulla nuova linea ferroviaria Alta Velocità/Alta Capacità Torino-Lione, producendo l’Analisi costi-benefici e la relazione tecnico-giuridica.

Alcuni dati

Emergono, senza dubbio alcuni dati interessanti. La riduzione dei costi esterni per la sicurezza sulla rete stradale, stimata pari a 8,3 miliardi appare sproporzionatamente alta: l’entità dei costi totali dell’incidentalità appare eccessiva sia in termini assoluti rispetto a quella di casi simili, che relativi rispetto alle altre voci (inquinamento, rumore, ecc.).

Per quanto concerne la stima del costo di congestione, si osserva come essa sia prodotta ipotizzando che l’intera rete stradale, in larga misura costituita da autostrade, sia in condizioni di “near capacity” ossia con flusso veicolare compreso tra lo 0,75% e il 100% della capacità della infrastruttura.

Tale assunzione è difficilmente sostenibile: la maggior parte delle percorrenze evitate sulla rete autostradale (nel documento ipotizzata pari 1.000 chilometri) avviene infatti in condizioni di flusso libero e certamente non “near capacity” (si pensi ad esempio ai traffici notturni e più in generale a tutti quelli fuori dai nodi urbani negli orari di punta).

La stima prodotta di 17 miliardi di Euro di beneficio da riduzione dei costi esterni merci (sui 21 riportati e comprendenti le esternalità ambientali) è dunque straordinariamente sovrastimata, dato che la rete non è certamente sempre “near capacity”.

Quali scenari?

Qualora si faccia riferimento a stime di crescita della domanda e di modifica della ripartizione modale più realistiche, gli effetti complessivi del progetto durante gli anni di esercizio – escludendo cioè il costo di investimento – risultano pari a 885 milioni. Tale risultato deriva dalla somma di due componenti di segno opposto:

  • La prima, relativa ai flussi di merci, determina un effetto negativo pari a 463 milioni. Tale risultato è la conseguenza del fatto che, nelle condizioni complessive esistenti sugli itinerari di interesse per il progetto, lo spostamento modale dalla strada alla ferrovia risulta essere socialmente inefficiente. Il beneficio economico conseguente alla possibilità di instradare treni lunghi e pesanti sull’itinerario “di pianura” reso possibile dall’opera in esame, sommato alla riduzione delle esternalità negative risulta minore della perdita di accise e di pedaggi. Il risultato negativo è fortemente influenzato anche dal fatto che i flussi di traffico su ferrovia esistenti – ossia quelli che con certezza godrebbero della riduzione dei costi operativi – sono di entità molto modesta sia in termini assoluti sia rispetto a quelli che dovrebbero cambiare modo.
  • La seconda, relativa ai passeggeri, determina un beneficio positivo pari a 1,3 miliardi. Considerato che i costi attualizzati di investimento “a finire” e gestione dell’opera assommano a 7,9 miliardi, il “valore attuale netto economico” ossia la perdita di benessere – differenza tra costi sostenuti e benefici conseguiti – conseguente alla realizzazione dell’opera risulta pari a 7 miliardi.

Il dibattito politico infuria ancora

“Finalmente, potrà partire un dibattito pubblico talmente importante, a partire dai numeri”, sottolinea Toninelli. E si potrà capire “quanto ci costa, quanti sono i benefici. E non si creeranno opinioni su giudizi ma su dati scientifici”. “Sulla Tav c’è bisogno di finire quello che abbiamo cominciato – sottolinea da parte sua  il leader del Carroccio, Matteo Salvini – certo non perché ce lo dicono i francesi, ma perché serve agli italiani”. Il no all’opera dell’analisi, dopo settimane di balletto tra Lega e 5 Stelle, sembra però scontato.

“Abbiamo pianificato miliardi di investimenti infrastrutturali nel nostro budget, quindi un potenziale ‘no’ all’alta velocità non rappresenterebbe un ‘no’ alle infrastrutture in generale”, mette le mani avanti il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Le opposizioni, però, si preparano a dare battaglia. Il parlamentare dem Davide Gariglio ha consegnato ieri alla Corte dei Conti Ue la lettera di Telt, la società italo-francese incaricata di realizzare l’opera, in cui quantificano in oltre 75milioni di euro mensili i danni provocati dal blocco delle gare d’appalto. Critico anche il capogruppo di Forza Italia in Commissione Trasporti della Camera, che mercoledì audirà il professor Marco Ponti, a capo della commissione che ha effettuato l’analisi.

A questo link il testo completo dello Studio del MIT.

A questo link la relazione tecnico-giuridica.