Gli istituti lanciano il proprio allarme alla BCE: oggetto della contesa sono i tassi negativi per le Banche. La lettera a Mario Draghi fa così il punto della situazione attuale.
Allarme su Tassi negativi Banche: la lettera degli istituti a Mario Draghi. L’Abi scrive a Francoforte: non alzate il costo dei depositi.
La vicenda è un po’ complicata: Draghi vuole nuovi aiuti, ma tedeschi e francesi frenano. L’oggetto del contenzioso tra banche, Governi e BCE sono i cosiddetti tassi negativi.
In alcuni paesi europei è possibile ottenere finanziamenti a costo zero o addirittura con un guadagno (per esempio in Danimarca). Ma c’è anche il rovescio della medaglia: in Germania ad esempio sta divampando la polemica sul trasferimento dei tassi negativi ai conti di tutti i clienti da parte delle banche (ora è possibile per i depositi sopra i 100mila euro).
E rischia di verificarsi la stessa situazione anche in Italia.
Allarme su Tassi negativi Banche: la lettera a Mario Draghi
In una missiva indirizzata a Mario Draghi e anche al governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, gli istituti di casa nostra sarebbero allarmati dalla prospettiva che la Bce abbassi ulteriormente – nella riunione del board di oggi – il livello dei tassi di interesse e quella remunerazione sui depositi che già viaggia a -0,40%.
Qui di seguito potete leggere un estratto dalla lettera.
“Le scelte di politica monetaria operate dalla Bce durante le due fasi della grande crisi finanziaria hanno consentito di salvaguardare l’integrità dell’Euro e di mitigare gli impatti della crisi sull’economia europea, sulle imprese e sulle famiglie. E, conseguentemente, di avere effetti anche per le banche nonostante gli effetti di compressione sul margine di interesse.
Nello stesso periodo le banche sono state impegnate, e continuano ad esserlo, in un imponente sforzo di adeguamento ai nuovi requisiti regolamentari. Soprattutto sotto il profilo del rafforzamento patrimoniale. Nonostante la ridotta capacità di generazione interna di capitale, specie se confrontata con quella delle banche statunitensi.
[…] la politica monetaria, perché possa sviluppare appieno i suoi effetti, deve essere accompagnata anche dall’azione dei Governi volta a rilanciare gli investimenti pubblici e privati, a promuovere velocemente le riforme strutturali e a riequilibrare i saldi delle partite correnti tra i paesi dell’area Euro.
Nell’attuale situazione e nelle more di più decise azioni da parte dei governi europei di rilancio dell’economia, le banche operanti in Italia desiderano rappresentare la necessità che la prosecuzione di una politica monetaria altamente accomodante sia accompagnata da misure che ne mitighino gli effetti negativi sulla redditività delle banche, quali, ad esempio, un sistema a più livelli per la remunerazione delle riserve detenute presso la Banca Centrale.”
A questo link il testo completo della missiva.