Bortolussi: “Con l’estensione della fatturazione elettronica tra imprese private è necessario evitare un aumento dei costi amministrativi a carico delle piccole imprese”.
Tra le code agli sportelli, il tempo perso per recarsi dal commercialista o per compilare moduli, registri e scartoffie varie, i contribuenti italiani impiegano 269 ore all’anno per poter pagare le tasse. Ben 33 giorni lavorativi: in Europa solo i portoghesi percorrono una corsa ad ostacoli più “pesante” della nostra.
La CGIA, pertanto, guarda con favore ai provvedimenti di semplificazione fiscale messi in campo quest’oggi dal Governo Renzi, anche se non mancano le precisazioni:
“L’estensione della fatturazione elettronica anche tra imprese private va nella direzione auspicata – commenta il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – tuttavia, è necessario evitare un aumento dei costi amministrativi a carico delle piccole imprese, assicurando a queste ultime non solo l’accesso alle piattaforme informatiche del ministero delle Finanze, ma anche la fornitura gratuita dei software per la gestione e la conservazione delle fatture”.
Ritornando alle ore necessarie per pagare le tasse, la CGIA ricorda che i dati della Banca Mondiale ci segnalano che il Paese più “friendly” è il Lussemburgo, con 55 ore all’anno. Seguono l’Irlanda, con 80 ore, L’Estonia, con 81 e la Finlandia , con 93. Il dato medio dell’area dell’euro è pari a 165.