La legge di bilancio potrebbe introdurre una maggiore tassa sul volontariato nel 2019: ecco quali sono gli scenari possibili.
Nel maxiemendamento alla manovra economica approvato al Senato è prevista una norma che rivede il regime agevolato di tassazione per il terzo settore. Questo cosa vuol dire? Cosa succede?
Succede che da nord a sud le associazioni dovranno tagliare servizi a discapito dei più poveri e deboli. La norma elimina la tassazione agevolata per le associazioni del terzo settore che operano per finalità sociali, senza fini di lucro.
Preoccupata anche la Cei. Il Segretario Generale della CEI, mons. Stefano Russo, ha dato lettura della seguente nota:
“Stiamo seguendo – come tutti – i contenuti della Legge di Bilancio, rispetto ai quali non mancano elementi di preoccupazione, che ci auguriamo di poter veder superati.
Siamo consapevoli delle difficoltà in cui versa il Paese, come pure delle richieste puntuali della Commissione Europea.
Nel contempo, vogliamo sperare che la volontà di realizzare alcuni obiettivi del programma di Governo non venga attuata con conseguenze che vanno a colpire fasce deboli della popolazione e settori strategici a cui è legata la stessa crescita economica, culturale e scientifica del Paese.”
Secondo l’Istat sarebbero circa 5 milioni e mezzo i volontari censiti in Italia, con 343.432 organizzazioni senza scopo di lucro e 812.706 dipendenti. Tra le realtà colpite ci sono enti non commerciali, istituti di assistenza sociale, fondazioni, enti ospedalieri e istituti d’istruzione senza scopo di lucro e onlus in generale.
Con la stangata prevista nella manovra, per il no profit italiano il futuro si preannuncia ben più cupo. Secondo quanto riporta Agi, la norma costerà alle associazioni del terzo settore ben 118 milioni nel 2019, 157 nel 2020 e 2021.