I Comuni stanno lavorando per emettere le delibere relative alla Tasi e il risultato è tutt’altro che favorevole al contribuente rispetto a quanto pagato di IMU nel 2013 e anche nel 2012.

Ad esempio:

  • Milano, dove c’è già una delibera approvata dalla giunta, c’è un’aliquota dello 0,25% sulle prime case, quindi più bassa dello 0,04% della precedente IMU, che però prevedeva detrazioni più alte pari a 200 euro più 50 per ciascun figlio, ora invece è prevista una detrazione di 84 euro, per gli immobili con una rendita catastale fino a 350 euro, che poi diminuisce fino ad azzerarsi a quota 700 euro di rendita catastale. In più sopra i 350 euro di rendita catastale la detrazione è prevista solo nel caso in cui il reddito imponibile del proprietario sia inferiore ai 21mila euro. In pratica, queste derazioni azzereranno la TASI per 4.200 abitazioni, 18mila in meno rispetto al 2012. Sugli immobili diversi dalla prima casa, è applicata l’intera maggiorazione dello 0,08%, quindi la somma di IMU e TASI sarà pari a 1,14%;
  • Roma, in base alle decisioni in fase di approvazione, l’aliquota sulla prima casa sarà pari allo 0,25%  con detrazione modulate in base alla rendita catatsale, ed è  l’previstaintera maggiorazione dello 0,08% sugli altri immobili, che pagano quindi un totale dell’1,14%;
  • Torino sale invece l’aliquota sulla prima casa, allo 0,33%, ma con detrazioni a 110 euro più 30 per ogni figlio (solo per rendite catastali fino a 700 euro), mentre sugli altri immobili si paga l’1,06%.

In generale, secondo i primi calcoli, le città dove si rischiano gli aumenti maggiori sembrano Ancona, Aosta, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Forlì e Genova.

Promemoria sulle aliquote:

  • per la prima casa, l’aliquota base per la TASI è dello 0,1%, quella massima è dello 0,25%. I Comuni, però possono alzarla di un ulteriore 0,08%, portandola quindi allo 0,33%;
  • per gli altri immobili, la somma di TASI e IMU non può superare l’1,06%, anche qui però con la possibilità per i Comuni di applicare uno 0,08% aggiuntivo, portando quindi la tassazione all’1,14%.

Va però precisato che lo 0,08% aggiuntivo deve essere spalmato fra prime e seconde case,questo  significa che i Comuni non possono alzare di questa percentuale entrambe le aliquote. Se la utilizzano interamente per le prime case, non hanno più nessun margine per agire sugli altri immobili e viceversa. Oppure possono dividerla, per esempio alzando dello 0,04% l’aliquota sulle prime case e di analoga percentuale quella sugli altri immobili.

Promemoria scadenze:

La prima rata di acconto si paga il 16 giugno, il saldo a dicembre. Tale divisione non vale però nei Comuni che non avranno deliberato nuove aliquote entro il prossimo 23 maggio: in questo caso non si pagherà l’acconto sulla prima casa a giugno ma si verserà direttamente il conguaglio (che corrisponderà quindi all’intera tassa) a dicembre, in base alle aliquote che a quel punto dovranno essere state approvate obbligatoriamente. Questo per quanto riguarda le prime case, per gli altri immobili, nel caso in cui non ci siano nuove delibere entro la fine di maggio, l’acconto si pagherà applicando l’aliquota base della TASI (0,1%), a cui bisogna sommare l’IMU (con le aliquote dello scorso anno) e poi a dicembre si effettuerà il saldo. In realtà, su questo punto sono attesi chiarimenti, perchè la Legge di Stabilità prevede che la somma di TASIe IMU non possa superare l’1,06% ma le modifiche introdotte dal decreto Slava Roma alzano questo limite all’1,14%. Resta il fatto che, nei Comuni in cui già nel 2013 l’IMU sulle abitazione diverse dalla prima casa era all’1,06%, i contribuenti in mancanza di nuove delibere rischiano di dover pagare un acconto (del 50%) basato su un’imposta totale dell’1,16 (1,06 + 0,1%).

FONTE: www.pmi.it

 

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