Arriva con il Decreto Milleproroghe il differimento degli aumenti delle tariffe autostradali. Ma a quanto pare non per tutte le tratte. Ed è polemica.
Tariffe Pedaggi Autostradali: il rinvio aumenti è arrivato, ma non è scattato su tutte le tratte autostradali. Differiti dal decreto milleproroghe, infatti, gli incrementi tariffari previsti dallo scorso 1° gennaio 2020 per la quasi totalità della rete autostradale.
Le norme prevedono anche che gli adeguamenti tariffari avvengano in base ai nuovi criteri adottati dall’Autorità dei Trasporti, previo aggiornamento, entro fine giugno, dei piani economico-finanziari.
Però non tutta la rete autostradale è sottoposta al differimento: e in questi giorni è scoppiata anche una polemica politica sul caso.
Tariffe Pedaggi Autostradali: rinvio aumenti
Secondo quanto riportato dal MIT sul 95% della rete autostradale in concessione non sono previsti incrementi tariffari per l’anno 2020.
Resta però fuori dal differimento quel 5% di autostrade che non è stato incluso all’interno del Milleproroghe. Di quali tratte si parla?
Infatti è stato autorizzato l’incremento tariffario per le seguenti società:
- CAV 1,20%,
- Autovia Padana 4,88%,
- Bre.Be.Mi. 3,79%,
- Pedemontana Lombarda 0,80%.
E il fatto che per queste Società di Concessione non sia previsto il differimento ha scatenato dei malumori nella politica italiana.
La polemica
Ad alzare il polverone è stato l’ex ministro delle Infrastrutture, il pentastellato Danilo Toninelli.
In un video su Facebook il senatore del Movimento 5 Stelle afferma:
“Le uniche Regioni dove sono aumentati i pedaggi sono Lombardia e Veneto, le uniche amministrati dai “bravissimi” leghisti. Una delle concessioni autostradale che ha predisposto aumenti è, per esempio, quella del Veneto di Luca Zaia. Gli aumenti sono scattati perché il modello di gestione alla base delle concessioni è sbagliato”.
La replica arriva dall’assessore alla Regione Veneto De Berti:
“Forse l’ex ministro Toninelli dimentica di aver firmato lui, nelle vesti di membro del governo Conte I, a fine 2018, il decreto di aumento delle tariffe dei pedaggi di Cav entrato in vigore l’1 gennaio 2019. Inoltre pare aver dimenticato che Cav è una società concessionaria pubblica, dove il 50% per cento è in mano ad Anas, che esprime anche l’amministratore delegato”.