tari-superfici-attivita-produttiveLo stabilisce una recente sentenza della Corte di Cassazione: anche se le superfici delle attività produttive risultano esenti da TARI le aziende devono versare la quota fissa del tributo, ecco tutti i dettagli.


Il 4 ottobre 2023, la Corte di Cassazione ha emesso una sentenza di notevole rilevanza legale, con la n. 28017, che ha affrontato la questione dell’applicazione della TARI (Tassa sui Rifiuti) alle superfici produttive di imballaggi terziari smaltiti autonomamente. La sentenza ha gettato luce su una distinzione importante tra la quota fissa e variabile del tributo e sulle sue implicazioni per le imprese.

La TARI si applica anche alle superfici delle attività produttive

La decisione della Cassazione si basa sulla premessa che la TARI è un tributo comunale che copre i costi dei servizi relativi alla gestione dei rifiuti. In particolare, la sentenza afferma che le superfici produttive di imballaggi terziari smaltiti in proprio sono esenti dalla quota variabile del tributo. Questo significa che le aziende che si occupano dello smaltimento autonomo dei loro rifiuti terziari non devono pagare una tassa variabile in base alla quantità di rifiuti prodotti.

Tuttavia, la sentenza ha stabilito che queste imprese devono comunque pagare la quota fissa della TARI. La ragione di questa decisione è che la quota fissa è finalizzata a coprire le componenti essenziali dei costi dei servizi di gestione dei rifiuti, comprese le spese per i servizi generali. Pertanto, anche se un’azienda gestisce il proprio smaltimento dei rifiuti terziari, deve contribuire alle spese generali sostenute dal comune per la gestione dei rifiuti in generale.

La sentenza in questione riguarda specificamente un caso in cui un centro commerciale all’ingrosso di abbigliamento ha cercato di contestare l’applicazione della quota fissa della TARI per le aree adibite a magazzino e vendita. La Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso dell’ente impositore, stabilendo che la quota fissa della TARI deve essere applicata a queste aree.

Conclusioni della pronuncia giuridica

In sintesi, la sentenza della Cassazione del 4 ottobre 2023 ha stabilito che le imprese che smaltiscono autonomamente i loro rifiuti terziari sono esenti dalla quota variabile della TARI ma devono comunque pagare la quota fissa.

Per le imprese coinvolte, questa sentenza costituisce una guida chiara nella determinazione delle loro responsabilità fiscali legate alla TARI. È essenziale che le aziende considerino attentamente questa decisione quando elaborano le loro strategie finanziarie e pianificano i costi associati alla gestione dei rifiuti.

 

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it