Per l’anno prossimo i soldi non ci sono, ma il governo sta pensando di inserire fin da ora nella prossima legge di Bilancio, finanziandola , una riduzione delle tasse per le famiglie a partire dal 2018, se non anche una nuova riduzione del cuneo fiscale.
L’entità dello sgravio è ancora tutta da decidere, come è ancora da definire con quali tagli di spesa o eventuali nuove entrate potrà essere coperto il minor gettito che deriverebbe da un taglio delle aliquote Irpef. Ma l’intenzione del governo è chiara: assicurare la prossima riduzione delle tasse con una legge, e non più con una semplice promessa.
Una mossa che avrebbe ragioni economiche, favorire un recupero della fiducia delle famiglie, il rilancio dei consumi e il sostegno all’occupazione, ma evidentemente anche politiche. Anche la riduzione dell’aliquota Ires sui redditi delle imprese dal 27,5 al 24%, che scatterà dal prossimo gennaio, era stata decisa e finanziata con la legge di Stabilità dell’anno scorso. Gli sgravi Irpef per le famiglie, che il governo ha già annunciato per il 2018, dovrebbero seguire lo stesso percorso, nel solco di una precisa strategia dell’esecutivo.
Stretto tra i vincoli europei alla politica di bilancio e la scarsità delle risorse, il premier Matteo Renzi e il suo ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, cercano di uscire dalla navigazione a vista. Se per l’anno prossimo non ci sono margini, nel 2018 gli spazi di bilancio sono maggiori e tanto vale ipotecarli fin da subito con il tanto atteso taglio alle tasse dei cittadini.
Le ipotesi sono diverse. Si parla della riduzione di un punto dell’aliquota del 38%, che interesserebbe tutti i contribuenti con redditi oltre i 28 mila euro, che costerebbe circa 3 miliardi. Più difficile la riduzione a tre delle aliquote, che ne costerebbe nove. Non si esclude che con lo stesso meccanismo si metta in cantiere per il 2018 anche un nuovo taglio al cuneo fiscale, con la riduzione dei contributi sul lavoro a tempo indeterminato