Da diverse parti politiche arrivano nuovi emendamenti per modificare la disciplina attuale del Superbonus: tra le proposte di riforma spicca quella dell’estensione temporale delle detrazioni.
Il dibattito politico sul superbonus si intensifica con l’avvicinarsi del voto sulle proposte di modifica al decreto legge 39/2024, previsto per il 30 aprile.
Le proposte bipartisan, provenienti da vari partiti politici tra cui Forza Italia, Lega, Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva, mirano a estendere la possibilità di usufruire dello sconto fiscale.
Superbonus, nuovi emendamenti per estensione temporale delle detrazioni
Tra le modifiche proposte al decreto legislativo 39/2024, si discute la possibilità per i contribuenti di diluire la detrazione fiscale relativa al superbonus su un arco temporale più lungo. In particolare, si valuta la fattibilità di ripartire la detrazione in dieci o quindici quote annuali di uguale ammontare, riguardanti le spese sostenute nell’anno 2023. Questo consentirebbe ai contribuenti di beneficiare dello sconto fiscale in maniera più diluita nel tempo, alleviando eventuali pressioni finanziarie immediate.
In aggiunta, alcune proposte mirano ad estendere la ripartizione in dieci anni, applicabile alle spese sostenute nel 2022, fino al 4 aprile 2024. Tale data segna il termine per la comunicazione all’Agenzia delle Entrate delle spese sostenute, offrendo ai contribuenti un’ulteriore finestra temporale per poter usufruire della ripartizione della detrazione su un periodo più esteso.
Alcuni emendamenti presentati da Forza Italia e Italia Viva suggeriscono inoltre di trasformare l’importo eccedente il limite dell’imposta della detrazione in un credito d’imposta, consentendo ai contribuenti di utilizzare tale credito anche per il pagamento delle tasse.
In aggiunta, diversi emendamenti, sia della maggioranza che dell’opposizione, propongono di estendere le deroghe allo stop della cessione o sconto in fattura delle spese.
La Lega, attraverso un emendamento a firma di Garavaglia, propone di coinvolgere anche i Comuni nei controlli ai cantieri del superbonus, offrendo loro un incentivo del 50% delle somme e sanzioni eventualmente incassate. L’obiettivo è potenziare l’azione di contrasto alle attività fraudolente sul superbonus, coinvolgendo i Comuni nella predisposizione di un piano straordinario di controlli.
È prevista infine anche l’istituzione presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze di un Fondo delle somme recuperate dall’uso indebito delle agevolazioni edilizie, al fine di raccogliere le risorse provenienti dai controlli.
Quali criticità potrebbero presentarsi?
l’estensione dei tempi della detrazione fiscale presenta una serie di sfide e implicazioni che vanno considerate attentamente. Da un lato, un prolungamento della detrazione potrebbe essere vantaggioso per i contribuenti con capacità finanziarie limitate, consentendo loro di diluire i pagamenti nel tempo e rendendo più accessibili gli interventi edilizi incentivati.
Tutttavia, come evidenziato anche dal fiscalista ed ex viceministro Enrico Zanetti sulle colonne del quotidiano Avvenire, questa estensione potrebbe comportare un impatto negativo sul bilancio dello Stato. L’allungamento dei tempi di detrazione significa che le entrate fiscali derivanti dall’imposta sul reddito vengono distribuite su un periodo più lungo, riducendo di conseguenza le risorse finanziarie immediatamente disponibili per il governo. Questo potrebbe influenzare la capacità dello Stato di finanziare altri settori prioritari o di gestire eventuali emergenze economiche.
Infine, se l’allungamento dei tempi di detrazione fosse imposto per legge anziché essere una scelta discrezionale dei contribuenti, le imprese o le banche che hanno finanziato interventi edilizi sulla base delle previsioni di recupero finanziario entro quattro anni potrebbero subire una decurtazione del valore patrimoniale dei crediti. Questo potrebbe influenzare le strategie finanziarie e gli investimenti futuri di tali entità.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it