finanziamentoPoter pagare qualsiasi tipo di bollettino, tassa o tributo dalle 6 di mattina a mezzanotte, sette giorni su sette, evitando le file agli uffici postali o gli appuntamenti in Comune: è il servizio che offre Pay Box, startup innovativa co-fondata a marzo 2014 da Roberto Casati e Andrea Carboni per semplificare la vita ai cittadini, ma anche agli enti pubblici.

 

Tra le 12 vincitrici del contest FORUM PA Call4ideas 2015-Startup e Startupper per la PA digitale organizzato lo scorso maggio a Roma, Pay Box è un servizio già attivo presso 12 Comuni toscani nella provincia di Pisa e Pistoia. Di recente si sono aggiunte due new entry: Monsummano Terme e Frascati, il primo “presidio” in provincia di Roma. In tutto un bacino di oltre 150mila abitanti.

 

In questi centri si possono pagare tutti i servizi comunali e i tributi locali – dalle multe ai tributi per occupazione temporanea di suolo pubblico, solo per fare qualche esempio – presso pubblici esercizi quali bar, tabacchi, edicole oppure tramite accesso diretto al web o in mobilità grazie alla App Pay-Box. Pay Box è in grado di gestire e incassare sia i crediti attesi, ossia quelli per i quali esiste un dato presso gli archivi dell’ente (es. passi carrabili, mense scolastiche, multe, ecc.) sia i crediti non attesi, ossia pagamenti estemporanei il cui dato non è presente in archivio (occupazione temporaneo suolo pubblico diritti di segreteria, ecc.).

 

Un bel vantaggio, soprattutto se si pensa che in Italia solo il 30% dei bollettini prepagati (quelli per le utenze domestiche, per intendersi) è pagabile in tabaccheria. Per tutto il resto bisogna recarsi alle Poste o agli uffici comunali, ma questo comporta un notevole dispendio di tempo ed energie.

 

Pay Box, che per ora ha ricevuto 50mila euro di finanziamento da Club Italia Investimenti, punta a far risparmiare tempo a chi deve pagare, ma presenta vantaggi anche per chi deve riscuotere. Una volta effettuato il pagamento, il sistema genera un bonifico bancario in tempo reale presso la tesoreria del Comune, rilasciando ricevute personalizzate con il logo dell’Ente. Così l’ente pubblico ottiene i soldi subito e può gestire in modo diretto e autonomo gli incassi, senza doversi affidare a società di riscossione esterne.

 

La tecnologia di Pay Box è a disposizione del Comune che versa alla società 220 euro per l’accesso al sistema e 300 euro all’anno per ciascun servizio. La startup incassa poi una fee pari a 30 centesimi per singolo incasso. Il sistema è infatti in grado di dialogare con i software di cui il Comune dispone. Per i Comuni più piccoli, che non dispongono di specifici gestionali, il sistema opera anche come software per la gestione di qualsiasi servizio o tributo. I pratica Pay Box diventa il gestore del credito.

 

Ma come è nata questa realtà imprenditoriale? “È un’innovazione figlia di un’altra innovazione” spiega a EconomyUp Andrea Carboni, originario di Cagliari, da 15 anni a Roma e amministratore di BluManagement srl, società fornitrice di  un sistema telematico di pagamento.

 

“Roberto Casati – rievoca – è stato l’inventore nel 1999 del sistema innovativo T-Serve, usato da Comuni come Prato, Pisa e Vigevano, che funziona come Pay-Box: è un sistema che consente di importare in un unico gestionale tutti i database dei Comuni, in modo che siano accessibili a chiunque e pagabili ovunque”.

 

Casati era un consulente del Comune di Prato: ha avuto l’idea e ne ha affidato lo sviluppo al team informatico del Comune. Il T-serve ha rivoluzionato il sistema dei pagamenti, tanto che è stato premiato da due ministri della Funzione Pubblica – Franco Bassanini nel 2001 e Lucio Stanca nel 2004 – oltre ad aver ottenuto un finanziamento dalla Ue nel 2005 per la sua internazionalizzazione.

 

C’era però una “mancanza” nel sistema: i pubblici esercizi dovevano essere nominati agenti contabili. In pratica il tabaccaio, o chi per lui, a ogni inizio settimana era tenuto a fare al Comune un bonifico bancario degli importi incassati nel corso della settimana precedente. “Un sistema del genere – commenta Carboni – prevede una serie di incombenze da sbrigare per l’esercente che incassa il denaro, oltre al potenziale rischio di furti”.