In risposta alle sfide politiche e di bilancio, il Governo Meloni sta adottando un approccio insolito alla “spending review”, per ridurre i costi dello Stato: assumere nuovo personale nei ministeri.
Questa mossa può sembrare paradossale, ma ha l’obiettivo di attuare una riforma della spesa pubblica, che diventerà il parametro chiave del nuovo patto di Stabilità dell’Unione Europea e è un obiettivo fondamentale del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Le numerose “spending review” condotte dal 2012, riprese dopo la pandemia lo scorso anno, sono state più spesso associate a controversie tra ministri piuttosto che a risultati tangibili. Nonostante i vari tentativi, la sostanza della spesa pubblica non è stata veramente toccata.
Il governo, guidato da Giorgia Meloni, è convinto che l’assunzione di nuovo personale nei ministeri possa essere la chiave per raggiungere l’obiettivo di tagliare i costi dello Stato.
Nel 2023, l’obiettivo di tagli fissato a novembre 2022 è stato superato, ma ora la sfida diventa più difficile. L’asticella dei tagli è stata alzata, e il governo deve ora affrontare le riforme necessarie.
Spending review, ecco le prossime mosse del Governo Meloni
Il Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha annunciato una nuova revisione della spesa pubblica per tagliare 2 miliardi di euro nel 2024, sottolineando la sua determinazione a intervenire direttamente se i singoli ministri non rispetteranno gli obiettivi fissati. Giorgia Meloni sostiene questa iniziativa, enfatizzando la necessità di tagliare gli sprechi e le inefficienze per ottimizzare le risorse limitate del governo.
Le linee guida della premier Meloni si concentreranno sulla dimensione politica delle scelte da compiere. Se ci sono spese che non vengono condivise, non saranno più finanziate. La valutazione dell’efficienza allocativa della spesa diventa un criterio fondamentale, andando oltre la semplice domanda se la spesa funzioni o possa costare meno.
Il governo ha stabilito criteri chiari per l’individuazione delle voci di spesa da tagliare, con il Ministero dell’Economia e delle Finanze al primo posto con 650 milioni di euro di tagli in agenda. Seguono il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (200 milioni) e il Ministero della Difesa (193 milioni).
La sfida consiste ora nel realizzare tagli significativi senza intaccare gli enti locali in dissesto finanziario. In un contesto di incertezza riguardo alla riattivazione del patto di stabilità, la costruzione del bilancio di previsione 2024/2026 diventa particolarmente difficile.
Il potenziamento delle strutture ministeriali
Può sembrare paradossale, ma la ricetta per affrontare questa sfida sarebbero “nuove assunzioni”.
Il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano, ha infatti sottolineato la necessità di potenziare le strutture ministeriali deputate all’analisi, valutazione e monitoraggio della spesa.
I ministeri, per raggiungere gli obiettivi della spending review, stanno pertanto puntando su una costosa campagna di reclutamento per potenziare le squadre di analisti. Gli esperti ritengono che queste nuove assunzioni e gli accordi con le università, con un finanziamento annuale e prospettive di ulteriori fondi nei prossimi due anni, siano fondamentali per indicare le voci di spesa da ridurre.
Sono stati pertanto in conclusione stanziati 20 milioni per nuove assunzioni e accordi con le università quest’anno, con prospettive di 25 milioni nel 2024 e 30 milioni dal 2025.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it