Arriva immediato il dietrofront sul decreto per il Redditometro: la premier Meloni ha sospeso la misura: “mai nessun Grande Fratello fiscale”.
Era stato annunciato ieri, 22 maggio 2024, il ritorno del Redditometro, lo strumento utilizzato dall’Agenzia delle Entrate per risalire al reddito presunto dei contribuenti, sospeso dal 2018.
Ma, a neanche 24 ore di distanza, la premier Meloni ha richiesto la sospensione del decreto al Viceministro Leo, soprattutto dopo le tensioni con la Lega.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha annunciato che non ci sarà “mai nessun Grande Fratello fiscale”, ma che sono in programma nuove misure per la lotta all’evasione fiscale.
Ecco cos’è successo.
Sospeso decreto Redditometro: la premier fa marcia indietro
Come annunciato dalla premier Meloni:
“Oggi ho incontrato il viceministro Leo, ci siamo confrontati sui contenuti e siamo giunti alla conclusione che sia meglio sospendere il provvedimento, in attesa di ulteriori approfondimenti. Il nostro obiettivo è e rimane quello di contrastare la grande evasione e il fenomeno inaccettabile, ad esempio, di chi si finge nullatenente ma gira con il Suv, o va in vacanza con lo yacht, senza però per questo vessare con norme invasive le persone comuni”.
La notizia del decreto presentato dal Viceministro Leo aveva già spaccato in due la maggioranza.
La stessa premier Meloni si è detta contraria a tutti i meccanismi invasivi di controllo, applicati alla gente comune. Ha anche affermato che la delega fiscale, sempre portata avanti dal Viceministro Leo, sta dando i suoi frutti, migliorando i rapporti tra Stato e cittadino, tutelando i cittadini onesti e contrastando la grande evasione.
Eppure lo stesso Leo aveva ricordato che la norma fosse attesa da sei anni, sulla quale si era soffermata anche la Corte dei Conti, che sottintendeva un possibile danno erariale, nel caso di mancata adozione di criteri induttivi.
Contrari alla misura anche Fratelli d’Italia e Lega, che considerano il Redditometro come uno strumento obsoleto e superato, “che piace alla sinistra e che crea un sacco di contenziosi”.
Come spiegato da Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate, ora servirà un nuovo decreto ministeriale, che dovrà firmare il Viceministro Leo, per sospendere l’applicazione della nuova versione dello strumento.
I numeri del Redditometro
Come ammesso dal presidente dell’Agenzia delle Entrate Ruffini, il Redditometro è da tempo uno strumento usato molto poco per i controlli fiscali.
Sia perché mancano da anni le regole che ne chiariscono l’utilizzo e sia perché si tratta di uno strumento costoso e poco efficace per recuperare le somme evase.
Secondo la Corte dei Conti, nel 2022 ci sono stati circa 3mila controlli col Redditometro, che avrebbero portato ad accertamenti concreti in soli 352 casi che, a loro volta, avrebbero scoperto 300mila euro di imposte evase.
Si tratta di una cifra molto irrisoria, se paragonata ai numeri dell’evasione complessiva. Nel 2021, infatti, le imposte e i contributi evasi ammontavano a quasi 84 miliardi di euro e l’Agenzia delle Entrate recuperò, in quell’anno, 13,7 miliardi di euro con la sua attività.
Mentre nel 2022 (anno in cui ancora non sono disponibili i numeri delle somme evase), l’Agenzia ha recuperato oltre 20 miliardi di euro.
Il recupero di queste somme avviene con strumenti più all’avanguardia, rispetto al Redditometro, come l’obbligo di utilizzo della fatturazione elettronica per tutti e lo split payment.
Con questi strumenti, l’Agenzia delle Entrate ottiene più informazioni sui costi sostenuti dai contribuenti, che può utilizzare per effettuare controlli e accertamenti.
Per il futuro, si prospetta l’utilizzo di strumenti che si avvalgono dell’Intelligenza Artificiale, per incrociare le banche dati a disposizione.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it