Il problema dell’evasione fiscale in Italia è enormemente sottovalutato”. E’ quanto ha affermato quest’oggi il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone, intervistato su Sky Tg24. L’ex magistrato ha spiegato che “se verificassimo il quantitativo di evasione accertata e quanto poi ne viene incassato, lo Stato non farebbe una bella figura”.
“Il nostro- lamenta Cantone- è uno strano Paese dove si invocano interventi ma quando si interviene con meccanismi coattivi ci si lamenta. Equitalia diventa aguzzino se agisce per recuperare tasse non pagate per reati fiscali.
La norma del Governo in materia fiscale, inserita dalla ‘manina’ per agevolare Silvio Berlusconi e poi stoppata per le polemiche, non piaceva neanche al presidente dell’ Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone e non perché si trattasse di un condono, ma perché in materia fiscale “ci deve essere un quantitativo oltre il quale ci sia la punibilità ma le soglie non vanno stabilite in percentuale. Servono soglie fisse: l’evasione è un reato contro il fisco qualunque cifra si guadagni. E’ giusto prevedere per ogni reato una soglia: quelli di frode devono averla molto più bassa rispetto a quelli di evasione”.
Cantone ha infine sottolineato l’importanza della prevenzione, ben diversa dalla repressione: “Il giudice penale deve intervenire solo per casi gravi, con le percentuali rischiamo di punire solo in base al livello di ricchezza, come ci fosse un quantum di evasione collegato allo status sociale”. Comunque, in generale, “Non possiamo pensare che in ogni cosa che non funziona deve intervenire il giudice penale, noi ci occupiamo di prevenire non di reprimere e la prevenzione dà un risultato non visibile, richiede tempi e logica di lungo periodo”.
FONTE: DIRE (www.dire.it)