Mi costi, ma quanto mi costi? Era la simpatica chiusura di uno spot pubblicitario di un’epoca in cui non c’erano ancora i cellulari e le discussioni telefoniche incidevano sulle spese familiari a seconda della durata della chiamata e della distanza tra gli interlocutori.
Adesso la domanda riguarda le indennità degli amministratori locali, ritenute sempre troppo alte da un approccio populistico alla politica e troppo basse dagli interessati, che sacrificano parte del loro tempo e della loro professione per un’attività che dovrebbe sempre essere a vantaggio della collettività.
Le indennità dei sindaci nelle Regioni a statuto ordinario
Con il comma 583, dell’art. 1 della L. 30 dicembre 2021, n. 234 (Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024), prevede la parametrizzazione, a decorrere dall’anno 2024, dell’indennità di funzione dei sindaci metropolitani e dei sindaci dei comuni ubicati nelle regioni a statuto ordinario, al trattamento economico complessivo dei presidenti delle regioni, come individuato dalla Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera b), del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, in relazione alla popolazione risultante dall’ultimo censimento ufficiale, nelle misure individuate dalla norma.
A titolo di concorso alla copertura del maggior onere sostenuto dai comuni per la corresponsione dell’incremento delle indennità di funzione previste, il fondo di cui all’articolo 57-quater, comma 2, del decreto-legge 26 ottobre 2019, n. 124, è incrementato di 100 milioni di euro per l’anno 2022, di 150 milioni di euro per l’anno 2023 e di 220 milioni di euro a decorrere dall’anno 2024.
Le risorse sono ripartite tra i comuni interessati con decreto del Ministro dell’interno, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
La norma, però, vale solo per i Comuni delle Regioni a statuto ordinario.
In Sicilia quali sono i costi per le indennità ai Sindaci? Su chi vanno a gravare?
In Sicilia, diversamente da quanto sancito nella legge nazionale, l’aumento delle indennità del Sindaco grava sui bilanci dei Comuni.
Essendo l’adeguamento meramente facoltativo (molti comuni hanno lasciato invariata il compenso degli amministratori) ed essendo le indennità calcolate su quella del sindaco, è onere della Giunta deliberare in merito.
Per l’ANCI Sicilia, tale quadro normativo rischia di far pesare in capo ai Sindaco un grave elemento di tensione sociale.
In effetti, negli ultimi mesi si sono susseguite moltissime polemiche sull’adeguamento delle indennità di funzione per gli amministratori locali siciliani, mentre l’incremento, previsto dalla Finanziaria varata dal Governo Draghi, è stato applicato uniformemente e pacificamente in tutti i comuni delle regioni a statuto ordinario.
Per i vertici dell’Associazione “La differenza fra quanto varato a livello nazionale e quanto invece stabilito in Sicilia sta nel fatto che, nel primo caso, i maggiori esborsi sono coerentemente finanziati dallo Stato con un fondo specifico, mentre la Regione Siciliana ha recepito la norma senza prevedere la corrispondente copertura finanziaria. Si contraddice, così, il principio generale in base al quale il riconoscimento uniforme della dignità istituzionale coincide con l’uniforme adeguamento delle indennità. Mentre in Calabria e in tutte le altre regioni d’Italia non sussiste alcuna differenza tra i comuni in crisi finanziaria e tutti gli altri, in Sicilia qualcuno ritiene che la formulazione della norma regionale di recepimento possa legittimare dei distinguo non fondati in base alla vigente normativa. Si rischia di affermare un paradosso che vìola il principio di eguaglianza e che porta a riconoscere dignità istituzionale ad alcuni piuttosto che ad altri. Il governo nazionale e il governo regionale hanno e devono assumersi per intero la responsabilità di garantire anche a tutti i comuni dell’Isola le identiche condizioni già pacificamente affermate nel resto d’Italia” .
Fonte: articolo di Luciano Catania, segretario del Comune di Enna
I sindaci devono svolgere il mandato in maniera del tutto gratuita, non pesando ulteriormente sulla cittadinanza e/o sulla finanza pubblica, considerato che gli stessi hanno scelto volontariamente di svolgere tale ruolo. Pertanto, considerato il momento storico in cui viviamo, con problematiche inflazionistiche che toccano tutti i settori, a maggior ragione, chi sceglie di spendersi a favore della collettività, deve farlo non per percepire un proprio reddito e risolvendo il suo stato da disoccupato, ma per una semplice missione di vita a favore del prossimo. Eliminare le indennità dei sindaci, vice, assessori e consiglieri, significherebbe risparmiare tanto di quel denaro da… Leggi il resto »