Un nuovo importante punto messo a segno nella partita contro l’evasione fiscale internazionale. Con la firma dell’accordo tra Svizzera e Unione Europea sullo scambio automatico delle informazioni fiscali, a partire dal 2018, cade definitivamente il segreto bancario elvetico, segnando un importante risultato per la lotta all’evasione fiscale sui redditi non dichiarati e detenuti nelle banche della Confederazione.
L’intesa, firmata nei giorni scorsi dal ministro delle Finanze lettone per l’Unione Europea, Janis Reirs, e dal segretario di Stato per le questioni finanziarie internazionali della Svizzera, Jacques de Watteville, si iscrive nella politica del Consiglio federale elvetico in materia di mercati finanziari che punta ad un’imposizione conforme a livello internazionale.
Cosa prevede l’intesa
L’accordo prevede che la Svizzera e i 28 Stati Ue raccolgano i dati dei conti bancari a partire dal 2017, tra cui informazioni su nomi, indirizzi, numeri di identificazione fiscale e date di nascita dei residenti con conti in Svizzera, oltre a un’ampia serie di informazioni contabili e finanziarie, per poi incominciare a scambiarli a partire dal 2018, ammesso che le procedure di approvazione in Svizzera e nell’Ue si concludano in tempo utile. In particolare, le banche elvetiche dovranno trasmettere all’Amministrazione svizzera i dati finanziari dei propri clienti che risiedono in uno dei 28 Paesi Ue, dati che poi saranno girati alle autorità dei Paesi partner interessati: uno scambio che avverrà anche in senso inverso.
Una volta entrato in funzione, l’accordo permetterà agli Stati membri Ue e alla Svizzera di identificare correttamente e inequivocabilmente i contribuenti, amministrare e far rispettare le proprie leggi fiscali in situazioni transfrontaliere, valutare la possibilità che venga perpetrata l’evasione fiscale ed evitare ulteriori indagini non necessarie.
Prima dell’entrata in vigore sarà necessario l’avallo del parlamento elvetico ed eventualmente degli elettori svizzeri, nel caso venisse chiesto il referendum facoltativo. Nel frattempo l’esecutivo elvetico ha già avviato la procedura di consultazione sull’intesa in vista del passaggio in parlamento.
Cade il segreto bancario
Secondo la Commissione, l’intesa può essere considerata di portata storica: “rappresenta la fine del segreto bancario svizzero per i residenti Ue e impedirà agli evasori fiscali di nascondere redditi non dichiarati nei conti svizzeri”.
Il commissario agli Affari economici e fiscali, Pierre Moscovici, ha dichiarato l’inizio di “una nuova era di trasparenza e cooperazione: l’Unione Europea è all’avanguardia sullo scambio automatico di informazioni e speriamo che anche gli altri partner si adeguino”.
A livello formale, il nuovo accordo manda in pensione quello in vigore dal 2005 tra la Svizzera e l’Ue sulla fiscalità del risparmio. Nell’interesse della piazza economica svizzera – si legge nel comunicato del Dipartimento federale delle finanze (DFF) elvetico – il testo mantiene tuttavia l’attuale esenzione dall’imposta alla fonte di pagamenti transfrontalieri di dividendi, interessi e canoni tra società consociate.
Verso una maggiore trasparenza internazionale
Il testo dell’accordo si basa sullo standard globale per lo scambio automatico di informazioni a fini fiscali dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo in Europa (OCSE). Ad oggi sono circa 100 i Paesi (tra cui tutte le più importanti piazze finanziarie mondiali) favorevoli all’introduzione di un comune standard globale, e circa la metà adotterà questo standard già nel 2016. Intanto sono in dirittura d’arrivo anche i negoziati con Andorra, Liechtenstein, Monaco e San Marino per la stipula di accordi analoghi a quello con la Svizzera.