Si avvicina la scadenza per l’IMU TASI 2019: tra pochi giorni appuntamento con la tassa. Ecco cosa occorre sapere e in particolar modo cosa attenzionare.
Scadenza IMU TASI 2019. Lo sblocco delle addizionali stabilito dalla legge di Bilancio farà sentire i suoi effetti.
L’ultima legge di Bilancio, infatti, ha ridato ai Comuni la possibilità di aumentare le aliquote di Tasi e Imu (oltre che dell’addizionale Irpef), una possibilità rimasta congelata per alcuni anni. Nei centri dove le aliquote non sono ancora al livello massimo, è probabile che le imposte sugli immobili nel 2019 costeranno di più.
Scadenza IMU TASI 2019
In primis, comunque occorre ricordare il termine ultimo per il versamento della rata IMU e TASI di Giugno 2019.
Sono escluse le prime abitazioni e i fabbricati rurali strumentali.
Da ricordare inoltre che alcuni Comuni hanno accorpato l‘Imu e la Tasi: così facendo, con l’abolizione della Tasi, è stata aumentata l’Imu che nel saldo finale non dovrebbe dividersi dall’importo delle due imposte separate.
La rata calcolata secondo le regole stabilite nel 2018. Basterà dunque versare il 50% di quanto corrisposto lo scorso anno, naturalmente se la propria situazione immobiliare è rimasta inalterata.
A dicembre, in occasione del saldo invece, i Comuni avranno la possibilità di aumentare le aliquote di Imu e Tasi – oltre che dell’addizionale Irpef – ed è quindi molto probabile che le imposte sugli immobili costeranno di più nel 2019.
Le aliquote relative al 2019 potrebbero già essere usate il 17 giugno, però, se il Comune – anziché un rincaro – ha previsto uno sconto. Oppure quando l’aumento è di pochi euro e il proprietario vuole evitare di rifare i conteggi con il conguaglio in occasione della seconda rata.
Attenzione ai pagamenti
Attenzione a pagare più del dovuto in occasione dell’acconto del prossimo 17 giugno, ad esempio per una casa in cui si è presa la residenza ai primi di maggio. Le somme in eccesso, infatti, possono essere compensate al momento del saldo di dicembre solo se il regolamento comunale lo prevede; altrimenti, le si dovrà chiedere a rimborso.
Resta fermo che, al di sotto di 12 euro (o del diverso importo stabilito dal Comune) non va eseguito alcun versamento. Questa soglia minima riguarda comunque l’importo annuale del singolo tributo (Imu o Tasi) e può essere diversa: perciò, se la prima rata Imu è di 10 euro, e il Comune ha confermato le aliquote 2018, si pagherà direttamente 20 euro a saldo.