Lo Stato continua a non pagare i fornitori: nella denuncia di CGIA Mestre la situazione dei ritardi dei pagamenti della PA, che continuano anche alla fine di questo 2022.
Non c’è solo l’emergenza caro energia. Sebbene nell’ultima campagna elettorale tutti i partiti non ne abbiano parlato, il problema esiste ed è molto grave.
Stiamo parlando dello stock dei debiti commerciali di parte corrente della nostra Pubblica Amministrazione (PA) che ammonta, secondo le ultime stime, a 55,6 miliardi di euro.
Continuano i ritardi dei pagamenti della PA ai fornitori anche a fine 2022
Secondo quanto riportato dalla CGIA Mestre nell’ultimo numero di Tutto Impresa in buona sostanza, lo Stato centrale e le sue articolazioni periferiche continuano “colpevolmente” a non pagare i propri fornitori, costituiti prevalentemente da Pmi e, quando lo fanno, ciò avviene con grave ri- tardo rispetto ai tempi di pagamento previsti dalla legge.
In Italia le commesse della nostra PA ai privati ammontano complessivamente a circa 150 miliardi di euro all’anno e il numero delle imprese fornitrici si aggira attorno a un milione.
I ministeri
Tra i ministeri, quello meno “solerte” a saldare le fatture ricevute nel 2021 è stato l’Interno con un ritardo pari a 67,09; ciò vuol dire che il Viminale ha liquidato i propri fornitori con oltre 2 mesi di ritardo rispetto alla scadenza prevista dal contratto. Seguono le Politiche agricole con +42,28 e la Difesa con +32,75.
Amministrazioni regionali, Comuni e Asl
Tra le amministrazioni regionali, invece, i maggiori ritardi nel saldare i pagamenti si sono registrati in Abruzzo con 62 giorni oltre la scadenza contrattuale, in Basilicata con 39,57 e in Campania con un ritardo medio di 9,74 giorni.
Tra i comuni, invece, la situazione più critica si è verificata a Napoli. Sempre l’anno scorso, l’amministrazione comunale del capoluogo regionale campano ha saldato i propri fornitori con un ritardo pari a 228,15 giorni, a Lecce 63,18 e a Salerno 61,57. Tra le Asl, infine, quella di Napoli 1 Centro ha pagato con un ritardo di 43,77 giorni, l’Usl Toscana Nord Ovest con 22,34 e la Napoli 2 Nord con 16,92.
I suggerimenti della CGIA
Questo il commento ai dati della CGIA Mestre:
Quale suggerimento dare al nuovo esecutivo affinché possa risolvere questa annosa questione che sta mettendo a dura prova tantissime Pmi?
Secondo noi va prevista per legge la compensazione secca, diretta e universale tra i crediti certi liquidi ed esigibili maturati da una impresa nei confronti della PA e i debiti fiscali e contributivi che la stessa deve onorare all’erario.
Grazie a questo automatismo risolveremmo un problema che ci trasciniamo appresso da decenni. Senza liquidità a disposizione, infatti, tanti artigiani e altrettanti piccoli imprenditori si trovano in grave difficoltà e in un momento così delicato per l’economia del Paese è inaccettabile che i debiti della PA nei confronti degli imprenditori siano in costante crescita almeno dal 2017.
Fonte: CGIA Mestre