In un recente intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) si impone maggiore trasparenza alle Pa “colpevoli” di ritardo nei pagamenti ai propri fornitori.


Le Pubbliche Amministrazioni italiane sono chiamate a rendere pubbliche le informazioni sui loro debiti e sui creditori, con l’obbligo di aggiornare questi dati annualmente. È quanto stabilisce un recente intervento dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac), che ha sottolineato l’importanza della trasparenza come strumento per ridurre il problema dei ritardi nei pagamenti.

Il parere dell’Anac, formalizzato il 18 settembre 2024 con un atto firmato dal Presidente, risponde alla richiesta di chiarimenti da parte di un Ministero.

Ritardi nei pagamenti ai fornitori, l’Anac impone trasparenza alle Pa

L’obbligo di trasparenza sancito dall’articolo 33 del decreto legislativo n. 33/2013 prevede che le Pubbliche Amministrazioni rendano pubblici, con cadenza annuale, due dati fondamentali:

  • l’ammontare complessivo dei debiti maturati
  • e il numero dei soggetti creditori, comprendendo non solo le imprese ma anche i liberi professionisti e i lavoratori autonomi.

L’obiettivo principale di questa norma è quello di affrontare in maniera sistematica il problema dei ritardi nei pagamenti, che rappresenta una delle maggiori criticità nei rapporti tra amministrazioni pubbliche e fornitori.

Il principio che ispira questa disposizione è che la trasparenza, oltre ad essere un valore etico, può diventare un mezzo pratico per prevenire e ridurre i ritardi nei pagamenti. Pubblicare dati chiari e accessibili consente non solo di monitorare la situazione in modo continuativo, ma anche di responsabilizzare le amministrazioni, le quali sanno che il mancato rispetto delle scadenze viene reso pubblico. Inoltre, rende più facile per i creditori – siano essi aziende, professionisti o lavoratori autonomi – capire l’ammontare dei debiti che l’amministrazione ha contratto e se sono coinvolti in tali ritardi.

L’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) ha avuto un ruolo di primo piano nell’interpretazione di questa norma, specificando nel corso degli anni alcuni aspetti importanti. Nel 2016, con la delibera n. 1310, l’Anac ha fornito chiarimenti sul modo in cui queste informazioni devono essere rese pubbliche.

Modalità di pubblicazione dei dati e scadenze

Ogni amministrazione è tenuta a inserire tali dati nella sezione “Amministrazione trasparente del proprio sito web, una sorta di vetrina digitale che racchiude tutte le informazioni necessarie per rendere visibile il proprio operato. Nella sottosezione “Indicatore di tempestività dei pagamenti/ammontare complessivo dei debiti, accessibile a tutti i cittadini e alle imprese, devono essere riportati non solo l’importo complessivo del debito maturato, ma anche il numero delle imprese creditrici.

La scadenza per l’aggiornamento di queste informazioni è fissata al 31 gennaio dell’anno successivo a quello di riferimento. Questo permette una valutazione tempestiva della situazione finanziaria di ogni amministrazione, offrendo uno strumento utile per misurare l’efficienza dell’ente nel saldare i debiti entro i termini. La disponibilità di queste informazioni non è soltanto un atto di trasparenza formale, ma rappresenta un segnale di responsabilità nei confronti dei fornitori, che possono verificare il rispetto dei loro diritti senza dover passare per lunghe trafile burocratiche.

Eccezioni

Nonostante l’obbligo di pubblicazione dei debiti delle Pubbliche Amministrazioni rappresenti un passo fondamentale verso una maggiore trasparenza, esistono alcune eccezioni che delimitano l’ambito di applicazione di questa norma. L’Autorità ha chiarito che non tutti i debiti contratti dagli enti pubblici devono essere resi pubblici.

In particolare, due categorie di debiti sono escluse dall’obbligo di comunicazione:

  • quelli legati a procedure concorsuali in corso
  • e quelli relativi a risarcimenti per danni, inclusi i pagamenti effettuati da compagnie assicurative.

La prima eccezione riguarda i debiti inseriti in procedure concorsuali, cioè quelle situazioni in cui l’amministrazione si trova in uno stato di difficoltà finanziaria tale da richiedere l’apertura di una procedura legale per gestire il debito. In questi casi, la gestione del pagamento dei creditori segue regole specifiche previste dal diritto fallimentare o da altre normative relative alla ristrutturazione del debito, che si pongono al di fuori dell’ordinario processo di gestione finanziaria dell’ente. Di conseguenza, tali debiti non vengono inclusi nelle comunicazioni periodiche sull’ammontare complessivo dei debiti, poiché sono già soggetti a un percorso giuridico differente e maggiormente controllato.

La seconda eccezione riguarda i pagamenti dovuti a risarcimenti per danni, che comprendono tanto i risarcimenti diretti quanto quelli gestiti da assicuratori. I risarcimenti per danni rientrano spesso in un contesto di controversie legali o di responsabilità civile, che seguono tempistiche e modalità differenti rispetto ai pagamenti dovuti per forniture di beni o servizi. Inoltre, la gestione assicurativa comporta il coinvolgimento di terze parti (gli assicuratori), il che rende il monitoraggio di questi pagamenti meno rilevante ai fini della trasparenza dei bilanci pubblici.

Obblighi anche verso lavoratori autonomi e liberi professionisti

L’Anac ha chiarito che tale obbligo riguarda i contratti stipulati con chi svolge un’attività d’impresa. Questa definizione, però, non si limita alle imprese nel senso tradizionale del termine. Come indicato dal decreto legislativo n. 231/2002, la definizione di imprenditore è stata estesa per includere anche i lavoratori autonomi e i liberi professionisti. Questo significa che non solo le aziende, ma anche coloro che esercitano una professione indipendente o un’attività economica organizzata rientrano tra i soggetti i cui crediti devono essere resi pubblici dalle amministrazioni.

L’estensione della nozione di “imprenditore” è di grande importanza, poiché amplifica la platea di coloro che possono beneficiare della norma sulla trasparenza. Professionisti come avvocati, medici, architetti e altri lavoratori autonomi, che spesso intrattengono rapporti con le amministrazioni pubbliche, possono così verificare l’entità dei debiti che le amministrazioni hanno nei loro confronti. Questa misura risponde a una necessità concreta, considerando che i ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni non riguardano soltanto grandi fornitori, ma colpiscono spesso anche piccoli professionisti o lavoratori autonomi, per i quali l’incertezza sui tempi di pagamento può rappresentare un serio problema di liquidità.

Questo fattore amplia la portata della norma, permettendo a una vasta gamma di creditori di beneficiare delle stesse garanzie e strumenti di controllo.

Il testo del parere Anac

Qui il documento completo.