Bortolussi: “Non bisogna abbassare la guardia e l’attenzione su questo fenomeno, poiché la mancanza di liquidità continua a mettere a dura prova la tenuta finanziaria soprattutto di queste piccole realtà produttive”.
Grazie alle risorse aggiuntive messe a disposizione dallo Stato centrale in questi ultimi 2 anni e alle misure previste dalla Direttiva europea contro il ritardo dei pagamenti, anche i Comuni del Veneto e del Friuli Venezia Giulia, fa sapere la CGIA, cominciano a saldare i propri fornitori in tempi ragionevoli. Non tutti per la verità: rispetto ai termini contrattuali – che per la Pa sono pari a 30 giorni fino a toccare i 60 giorni in casi molto particolari – l’anno scorso nel Veneto il Comune di Chioggia (Ve) ha registrato un ritardo medio dei pagamenti di 62 giorni, seguito da Rovigo con 54 giorni e Portogruaro (Ve) con 49. Nel Friuli Venezia Giulia, invece, il ritardo medio dei pagamenti è stato di 34 giorni a Cervignano (Ud), di 25 giorni a Monfalcone (Go), di 20 giorni a Cividale del Friuli (Ud), di 15 giorni a Spilimbergo (Ud) e di poco più di una settimana a Udine.
“Considerato che la stragrande maggioranza dei fornitori, dei manutentori e delle aziende che lavorano negli appalti dei Comuni sono piccole imprese – segnala il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – constatare il fatto che i tempi di pagamento si siano mediamente accorciati costituisce indubbiamente un segnale incoraggiante. Tuttavia, non bisogna abbassare la guardia e l’attenzione su questo fenomeno, poiché la mancanza di liquidità continua a mettere a dura prova la tenuta finanziaria soprattutto di queste piccole realtà produttive”.
L’analisi, compiuta dall’Ufficio studi della CGIA, è avvenuta analizzando i siti internet dei Comuni del Veneto (sopra i 25.000 abitanti) e del Friuli Venezia Giulia (con più di 10.000 abitanti). Si ricorda che dal 2015 le amministrazioni pubbliche devono pubblicare sul proprio sito istituzionale, nella sezione “Amministrazione trasparente”, l’indicatore annuale di tempestività dei pagamenti nei confronti dei fornitori e, successivamente, gli indicatori trimestrali.
Fortunatamente, ci sono anche degli enti locali che hanno anticipato i termini previsti dal contratto. Tra i Comuni veneti, la CGIA segnala le performance del Comune di Verona, in cui il saldo fattura è avvenuto addirittura 10 giorni prima della scadenza, di Villafranca di Verona (7,5 giorni prima), di Treviso (dove il saldo è stato anticipato di 4 giorni) e a Belluno (3 giorni prima). Tra i Comuni capoluogo di provincia spicca la situazione negativa di Venezia: il Comune lagunare, a seguito della grave situazione finanziaria in cui versa, paga i propri fornitori con 38 giorni di ritardo; a seguire, Padova, dopo 27 giorni e Vicenza, dopo 23.
In Friuli Venezia Giulia, invece, la palma del Comune più virtuoso spetta a Tolmezzo (Ud), dove il saldo fattura è avvenuto addirittura 17 giorni prima della scadenza; seguono Gorizia (12 giorni prima), Trieste (9 giorni prima) e Codroipo (Ud), ente in cui il saldo è stato anticipato di 5 giorni.
In questa rosa composta complessivamente da 48 Comuni, c’è, purtroppo, anche un elevato numero di “indisciplinati”: vale a dire di enti locali che, purtroppo, non hanno pubblicato il dato nei rispettivi siti internet. Essi sono: Cordenons (Pn), San Vito al Tagliamento (Pn), Tavagnacco (Ud), Muggia (Ts), Ronchi dei Legionari (Go), Maniago (Pn) e Gemona (Ud) per il Friuli Venezia Giulia. Bassano del Grappa (Vi), Schio (Vi), Mira (Ve) e Legnago (Vr) per il Veneto.