Il Ministero dell’Interno, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha reso pubblico il decreto riguardante il riparto dei fondi destinati al concorso alla finanza pubblica per il periodo 2024-2025.
Tale decreto, emanato in base all’articolo 1, commi 850 e 853, della legge 30 dicembre 2020, n.178, ha l’obiettivo di distribuire 100 milioni di euro ai comuni e 50 milioni di euro alle province e città metropolitane per ciascuno degli anni 2024 e 2025.
Il comma 853 della stessa legge demanda il riparto di tali fondi al Ministero dell’Interno, in collaborazione con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, da emanare previa intesa in sede di Conferenza Stato-città ed autonomie locali.
Riparto del concorso alla finanza pubblica 2024-2025
La legge n. 178 del 2020 prevede infatti l’erogazione di contributi finanziari per i comuni, le province e le città metropolitane per l’anno in corso e quello successivo. Tale normativa si applica agli enti locali delle regioni a statuto ordinario, della Regione Siciliana, Sardegna e della Valle d’Aosta. Per altri territori come il Trentino-Alto Adige/Südtirol, la Regione Friuli Venezia Giulia, il riparto dei fondi segue disposizioni specifiche: in particolare il riparto dei fondi è disciplinato da leggi e regolamenti locali che tengono conto delle peculiarità e delle esigenze di queste regioni.
I dati contabili sono stati acquisiti dalla Banca dati delle Amministrazioni Pubbliche (BDAP) – Bilanci Armonizzati. In caso di mancanza di rendiconti, si è fatto riferimento all’ultimo rendiconto approvato. I rendiconti sono stati presi a riferimento per determinare il concorso alla finanza pubblica per comuni e province.
Distribuzione delle risorse
Nel processo di ripartizione dei fondi, sia per i comuni che per le province e le città metropolitane, è stato fondamentale assicurare un’equa distribuzione delle risorse, tenendo conto delle specificità territoriali e delle esigenze locali.
Per i comuni, gli impegni di spesa corrente sono stati estratti dai rendiconti di gestione, ovvero dai documenti contabili che riportano le spese effettivamente sostenute nell’anno di riferimento. Questi dati sono stati poi normalizzati, cioè adeguati in base alle caratteristiche proprie di ciascun territorio, quali ad esempio dimensione, popolazione e esigenze socioeconomiche. Questo processo ha permesso di considerare in modo più accurato le reali necessità finanziarie di ciascun comune.
Analogamente, per le province e le città metropolitane, gli impegni di spesa sono stati analizzati e nettizzati, ovvero sono state esaminate le spese correnti al netto di eventuali voci non rilevanti o eccezionali. Anche in questo caso, i dati sono stati normalizzati, cioè adattati alle specifiche caratteristiche territoriali, per garantire una distribuzione equa delle risorse.
Un obiettivo fondamentale di questo processo è stato quello di limitare l’importo dei fondi assegnati a ciascuna provincia e città metropolitana in modo che non superi un valore massimo stabilito di 1,2 euro per abitante. Questo limite è stato imposto per evitare squilibri eccessivi nel finanziamento delle autorità locali, assicurando una distribuzione equa e proporzionale delle risorse in base alla dimensione della popolazione di ciascuna area.
Documenti utili
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Questo decreto riguarda somme che vengono prelevate agli enti locali, non distribuite.
Ormai questo governo pensa solo a svuotare gli enti pubblici, la sanità e i servizi a favore di qualche partita iva