rischio-aumento-imposte-locali-2019La mancata conferma del blocco delle aliquote regionali e comunali, operata dall’ultima legge di Bilancio, rischia di costare molto caro. C’è il rischio dell’aumento delle Imposte Locali del 2019: la denuncia arriva da Confprofessioni.


La legge di bilancio 2019, come dichiarato dal rapporto Confprofessioni, non ripropone il blocco dell’aumento delle imposte locali già previsto per gli anni 2016, 2017 e 2018 dal comma 26 dell’art. 1 della legge 28 dicembre 2015, n. 208 e successive modificazioni, blocco che nel caso di specie impediva l’incremento delle addizionali regionali e comunali rispetto a quelle in vigore per il 2015. Di fatto, quindi, per il 2019 ci si dovrà aspettare un ulteriore incremento delle addizionali, incremento rimesso alle delibere delle singole regioni (e province autonome) e dei singoli comuni.

 

L’addizionale Regionale

 

Il trend del prelievo fiscale da addizionale regionale ha segnato negli ultimi anni una crescita costante, sfiorando i 12 miliardi di euro nel 2016. Il dato che emerge, quindi, è netto: negli ultimi 5 anni il prelievo fiscale da addizionale regionale IRPEF è passato da 11,01 a 11,95 miliardi di euro, con una crescita percentuale del 8,53%. Se,inoltre, si considera il prelievo medio sopportato dai soggetti passivi d’imposta l’incremento si attesta, per via della diminuzione del numero complessivo dei contribuenti, su una percentuale del 9,97%, passando da una media di 265,84 euro annui del 2012 a una media di euro 292,33 del 2016. In altre parole ogni contribuente italiano nel 2016 ha pagato in media 26,49 euro in più rispetto al 2012.

 

L’addizionale Comunale

 

Analogamente a quanto riscontrato per l’addizionale regionale,anche il trend del prelievo fiscale da addizionale comunale è stato caratterizzato da una crescita costante: negli ultimi 5 anni il prelievo fiscale da addizionale comunale IRPEF è passato da 4,02 a 4,75 miliardi di euro, con una crescita percentuale del 18,27%. Se, inoltre, si considera il prelievo medio sopportato dai soggetti passivi d’imposta l’incremento si attesta, per via della diminuzione del numero complessivo dei contribuenti, su una percentuale del 19,94%, passando da una media di 96,97 euro annui del 2012 a una media di euro 116,21 del 2016. In altre parole ogni contribuente italiano nel 2016 ha pagato in media 19,24 euro in più rispetto al 2012.

 

Conclusioni

 

La legge di bilancio 2019, invece, non ripropone il blocco dell’aumento di tali imposte, con la conseguenza che le relative aliquote potranno essere liberamente incrementate a partire dall’anno corrente 2019.

 

Probabilmente, quindi, nei prossimi anni dovremmo aspettarci una ripresa della corsa al rialzo del prelievo fiscale da addizionali, tenendo conto anche delle altre novità legislative che presumibilmente impatteranno sul gettito di tali imposte.

 

Ci si riferisce, in particolare, all’allargamento delle soglie del regime forfettario per le persone fisiche in partita iva con ricavi/compensi annui fino a 65mila euro e, a partire dal 2020, all’introduzione di un ulteriore regime agevolato per i medesimi soggetti che nell’anno precedente hanno realizzato ricavi/compensi tra 65.001 e 100mila euro, considerando che entrambi i modelli prevedono l’applicazione di imposte sostitutive di IRPEF e addizionali.

 

In tal senso, più saranno i contribuenti che si orienteranno verso tali regimi, più sarà elevata la perdita di gettito da addizionali. Perdita di gettito che verosimilmente gli enti locali, già penalizzati dai tagli degli ultimi anni, dovranno compensare attraverso l’incremento di tributi e imposte locali, quali le addizionali.