Una novità introdotta dal decreto riscossione che mira a colpire l’evasione ma che farà sicuramente molto discutere: d’ora in poi i rimborsi fiscali saranno concessi solamente a chi non ha debiti irrisolti col fisco.


Priorità al recupero dell’evasione fiscale, in tutte le modalità possibili e lecite. Il nuovo decreto riscossione parla chiaro, il decreto legislativo n. 110 del 29 luglio 2024 mette in atto una serie di misure con la finalità di favorire il recupero dell’evasione fiscale ai massimi livelli.

Il Decreto, in vigore dallo scorso 8 agosto, contenente ‘Disposizioni in materia di riordino del  sistema  nazionale  della Riscossione’ detta una serie di regolamentazioni rispetto al rapporto tra agenzia entrate e agente di riscossione. La norma traccia alcune linee precise rispetto alla possibilità di rateazione dei debiti, per i quali si conferma una possibilità di dilazioni più lunghe laddove il cittadino dichiari la propria condizione di difficoltà momentanea o cronica e/o di indigenza, al fine di proporre piccole rate e possibilità di sistemare pendenze e pregressi in maniera più sostenibile possibile per il contribuente.

Tuttavia una misura in particolare del decreto sta aprendo un dibattito nell’opinione pubblica: scopriamone di più.

I rimborsi fiscali saranno concessi solamente a chi non ha debiti irrisolti col fisco

Con la riforma dell’art. 28-ter del DPR 602/1973, modificato dall’art. 16 del D.L. 110/2024, il decreto interviene poi su la connessione tra rimborsi attesi e debiti pregressi col fisco. La principale differenze sta nel fatto che la norma precedente prevedeva di fatto un congelamento dei rimborsi laddove ci fosse una iscrizione al ruolo, ci fosse cioè uno stato già avanzato del debito che quindi fosse stato contestato e non risolto. L’articolo 16 prevede invece che è sufficiente la presenza di una cartella esattoriale a congelare i rimborsi spettanti. Questo stop al rimborso avviene attraverso una procedura di segnalazione per via telematica alla quale fa seguito una proposta di compensazione. Ovviamente, quindi, la compensazione tra dare e avere deve essere volontaria per il contribuente, anche se la volontarietà può sembrare relativa visto che l’agente della riscossione notifica la proposta di compensazione ma, in caso di rifiuto da parte del contribuente, ai sensi del riformato comma 4 della norma, le somme da rimborsare restano a disposizione dell’agente della riscossione, fino al 31 dicembre dell’anno successivo a quello di messa a disposizione, per l’avvio dell’azione esecutiva.

Cambierà davvero qualcosa? La situazione attuale dei debiti fiscali in Italia

Se sia una norma che cambierà le cose è da vedere, sembrerebbe esserci nell’articolo riformato comunque una maggiore chiarezza sulle misure da intraprendere e si lascia meno spazio all’interpretazione.

Questo provvedimento è fondamentale perché riordina tutto il sistema della riscossione dei tributi. ” ha argomentato il viceministro all’Economia e alle Finanze Maurizio Leo durante la conferenza stampa dello scorso 3 luglio 2024 a latere dell’approvazione del decreto riscossione. Ha inoltre diffuso dei dati veramente scioccanti rispetto al livello di irregolarità ed indebitamento col fisco di noi cittadini Italiani: “Oggi presso agenzie entrate riscossione abbiamo un carico di cartelle di 1 miliardo 207 milioni, più di 170 milioni sono le cartelle e interessano circa 20 milioni di contribuenti il 28 per cento è stato notificato prima del 2010 e il 27 per cento tra il 2011 e il 2015”. Una mole enorme di attività da risolvere e gestire, cercando di far sopravvivere i cittadini sempre più schiacciati tra debiti e difficoltà economiche quotidiane.”

Il testo del decreto

Qui il documento completo.