Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti nell’ambito della riforma fiscale 2024, ha approvato in via definitiva un decreto legislativo che introduce una revisione complessiva del sistema impositivo dei redditi, coinvolgendo IRPEF e IRES.


Il provvedimento attua la legge delega sulla riforma fiscale (n. 111 del 9 agosto 2023) e ha ricevuto il via libera della Conferenza Unificata, integrando i pareri delle Commissioni parlamentari.

Principali novità della revisione di IRPEF e IRES nella riforma fiscale 2024

La riforma si inserisce nel solco del processo di modernizzazione fiscale dell’Italia, cercando un equilibrio tra semplificazione e tutela delle esigenze di bilancio pubblico.

Qui citiamo alcune delle misure più importanti, mentre per il testo completo del decreto rimandiamo alla fine di questo articolo al file in allegato.

Revisione dei redditi dominicali e agricoli

La riforma del regime fiscale introdotta dal decreto legislativo modifica in modo significativo la normativa relativa ai redditi dei terreni, intervenendo su vari aspetti della disciplina prevista dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR).

Una delle principali innovazioni riguarda l’estensione del concetto di attività agraria. Il decreto specifica che tra le attività agricole rientra ora anche la produzione di vegetali realizzata su immobili censiti al catasto. Tuttavia, per beneficiare di questa classificazione, la superficie utilizzata per la produzione non può superare il doppio della superficie agraria di riferimento del terreno. Questo limite è stato introdotto per evitare abusi e garantire che l’inclusione sia riservata ad attività effettivamente legate all’agricoltura.

Inoltre, i terreni interessati devono appartenere a determinate categorie catastali (ad esempio, C/1, C/2, D/1, D/10) che, in base alla normativa, rappresentano immobili funzionali all’attività produttiva. Questa specifica assicura che le agevolazioni fiscali siano applicate in maniera mirata, favorendo lo sviluppo di imprese agricole innovative senza compromettere la sostenibilità delle entrate tributarie.

Gestione semplificata delle variazioni catastali

Un’altra importante modifica riguarda l’automatizzazione degli adempimenti relativi alle variazioni catastali. L’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) assume un ruolo centrale in questo processo, diventando responsabile dell’aggiornamento delle informazioni catastali legate a cambiamenti nella qualità e classe delle colture. Questo intervento solleva i contribuenti dall’obbligo di dichiarare tali variazioni, riducendo significativamente il carico amministrativo per agricoltori e proprietari terrieri.

AGEA utilizzerà risorse umane e finanziarie già disponibili, senza gravare ulteriormente sulla spesa pubblica. Questo approccio rappresenta un esempio di gestione efficiente delle risorse esistenti, con l’obiettivo di migliorare la trasparenza e l’accuratezza delle banche dati catastali. La semplificazione non solo rende più agevole il rapporto tra contribuenti e pubblica amministrazione, ma garantisce anche che i dati catastali siano aggiornati in modo tempestivo e preciso.

Quota dell’Otto per Mille IRPEF

Durante la seduta, il Consiglio dei Ministri ha anche deliberato l’assegnazione della quota dell’otto per mille dell’IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per l’anno 2023, riferita alle scelte non espresse dai contribuenti, ai fini del finanziamento di progetti/interventi volti alla prevenzione ed al recupero dalle tossicodipendenze e dalle altre dipendenze patologiche.

Tale quota risulta pari euro 63.673.631,43. All’esito dell’istruttoria, svolta dalla Commissione tecnica valutativa e di monitoraggio della relativa categoria, in merito alle domande di contributo per l’annualità 2023, risultano idonei al finanziamento 33 progetti, per un importo complessivo pari ad euro 10.396.662,14 e quindi, dalla suindicata ripartizione residua un importo di euro 53.276.969,29.

In considerazione dell’urgente necessità di mettere a punto interventi di prevenzione strutturata e precoce, soprattutto verso le fasce giovanili, e di affrontare concretamente le difficoltà connesse all’inserimento dei soggetti fragili nelle comunità terapeutiche, come segnalato dal Dipartimento per le politiche antidroga, e dell’impatto sociale e sanitario delle dipendenze patologiche, che ha notevoli ripercussioni sul benessere individuale e delle famiglie, oltreché sull’ordine pubblico, sulla spesa sanitaria e sociale, il Consiglio dei Ministri ritiene opportuno impiegare tutte le risorse disponibili per il finanziamento di progetti.

Lavoro dipendente

Il decreto introduce rilevanti modifiche alla determinazione del reddito di lavoro dipendente, ridefinendo alcuni aspetti chiave del trattamento fiscale e previdenziale.

La normativa interviene sul tema della deducibilità dei contributi sanitari versati dai lavoratori dipendenti. Viene specificato che tali contributi possono essere dedotti dal reddito imponibile solo se destinati a fondi sanitari integrativi registrati presso l’anagrafe ufficiale istituita dal Ministero della Salute. Inoltre, i fondi devono operare secondo principi mutualistici, garantendo che le risorse raccolte siano utilizzate per fornire coperture sanitarie reali e condivise tra gli aderenti.

Questa misura ha una doppia finalità:

  1. evitare abusi e utilizzo improprio delle agevolazioni fiscali, circoscrivendo i benefici ai fondi che rispettano requisiti rigorosi;
  2. incentivare l’adesione a sistemi di assistenza sanitaria complementare regolamentati, rafforzando la sostenibilità del welfare privato in affiancamento a quello pubblico.

Agevolazioni fiscali per familiari a carico

Una delle novità più rilevanti riguarda l’estensione delle agevolazioni fiscali per le coperture assicurative sanitarie e previdenziali. In particolare, viene prevista la possibilità di includere nelle detrazioni fiscali i premi assicurativi destinati a familiari a carico, a condizione che tali coperture riguardino:

  • gravi patologie: ad esempio, malattie croniche, oncologiche o altre condizioni che comportano costi significativi per la famiglia.
  • non autosufficienza: situazioni in cui il familiare necessita di assistenza continuativa per svolgere le attività quotidiane.

Questa misura è concepita per alleviare il carico economico sui nuclei familiari, incentivando l’utilizzo di strumenti assicurativi privati per fronteggiare eventi particolarmente gravosi. Tuttavia, le agevolazioni sono subordinate alla dimostrazione che i familiari siano effettivamente a carico fiscale del lavoratore, come stabilito dalla normativa tributaria.

Eliminazione delle esenzioni fiscali sulla rinuncia ai contributi pensionistici

Il decreto abroga l’esenzione fiscale che riguardava le somme percepite dai lavoratori dipendenti come compensazione per la rinuncia all’accredito contributivo in caso di pensionamento anticipato. In passato, i lavoratori che sceglievano di non versare contributi previdenziali per ottenere una pensione anticipata potevano beneficiare di un trattamento fiscale agevolato sulle relative retribuzioni.

Con questa modifica:

  1. le somme corrisposte a fronte della rinuncia saranno tassate come reddito ordinario, uniformandole al regime fiscale delle altre retribuzioni;
  2. viene eliminata una potenziale iniquità tra lavoratori che optavano per il pensionamento anticipato e quelli che continuavano a versare i contributi previdenziali.

Il testo della bozza di decreto

Qui il documento completo.