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Conclusa la consultazione sugli orientamenti dell’Autorità per l’energia e l’ambiente relativi al primo metodo tariffario e agli obblighi di trasparenza verso gli utenti da applicare in tutta Italia in materia di RIFIUTI.


Rifiuti: primo metodo tariffario nazionale entro la fine del 2019. Di fronte ad una platea con oltre 650 partecipanti – tra rappresentanti delle aziende di servizi pubblici, delle istituzioni, degli enti locali e dei consorzi nazionali ma anche dei titolari delle industrie, delle associazioni datoriali e sindacali della filiera dei rifiuti – ARERA ha illustrato oggi gli elementi di dettaglio delle proprie proposte circa il primo Metodo Tariffario e in materia di Trasparenza, oggetto di consultazione pubblica.

Nella consultazione sono stati coinvolti tutti i soggetti interessati dal ciclo dei rifiuti. In un processo che porterà l’Autorità a definire – entro il 2019 – i criteri tariffari per favorire la trasparenza delle informazioni verso gli utenti. Nonchè l’efficienza e la selettività degli obiettivi da perseguire e le misure per la corretta allocazione degli incentivi nelle diverse fasi della filiera.

Un metodo tariffario destinato ad introdurre una graduale omogeneizzazione nel Paese, partendo da condizioni molto diversificate, sia a livello industriale che di governance territoriale.

Eventuali variazioni tariffarie future saranno legate alla riscontrabilità di miglioramenti nella qualità gestionale. Oppure a modifiche del perimetro di intervento nei servizi (aggiunta di fasi del ciclo o sviluppo di nuovi servizi).

Verso gli utenti i gestori dovranno implementare gli strumenti informativi, ad esempio predisponendo e rendendo accessibile sul proprio sito la Carta della qualità dei servizi. Saranno inoltre previsti specifici obblighi in materia di trasparenza dei documenti di riscossione della tariffa, che dovranno essere chiari e completi di tutte le informazioni utili.

IL METODO TARIFFARIO

Con il dco 351/2019/R/rif l’ARERA ha messo in consultazione il primo metodo tariffario con cui saranno rideterminati, in una logica di gradualità e secondo criteri di efficienza, i costi riconosciuti per il biennio in corso 2018-2019 e definiti i criteri per i corrispettivi TARI che verrebbero applicati agli utenti nel 2020-2021.

Viene definito il perimetro della regolazione tariffaria:

  • spazzamento e lavaggio strade,
  • raccolta e trasporto,
  • trattamento recupero e smaltimento,
  • riscossione
  • e rapporto con gli utenti.

L’obiettivo, come avvenuto in precedenza nel settore idrico, è di introdurre una metodologia che definisca i criteri per la quantificazione delle tariffe. All’interno di una regolazione di carattere asimmetrico, capace di tener conto delle diverse condizioni territoriali di partenza.

Nello specifico, sono previsti quattro diversi tipi di schemi tariffari. Nell’ambito dei quali ciascun soggetto competente potrà individuare la soluzione più efficace. A seconda dei propri obiettivi di miglioramento qualitativo, di sviluppo gestionale e delle peculiarità territoriali in termini di limite alla crescita annuale delle entrate tariffarie.

La tempistica del provvedimento è scandita in particolare dall’esigenza dei Consigli comunali. Che entro l’anno dovranno emettere provvedimenti relativi alla tariffa. E avranno così a disposizione il metodo ARERA destinato ad unificare la complessa composizione TARIFFA e IMPOSTE sui rifiuti urbani e assimilati, anche differenziati. Regole chiare per le tariffe, l’efficienza del servizio e la dotazione infrastrutturale.

LA TRASPARENZA

Il dco 352/2019/R/rif, dedicato alla trasparenza prevede invece un primo periodo di regolazione che – se sarà confermato dalle consultazioni – potrebbe andare dal 1° aprile 2020 al 31 dicembre 2023 per utenti domestici e non (ad eccezione dei Comuni sotto i 5 mila abitanti, per i quali si prevedrà un’applicazione più graduale).

Per i gestori del servizio, inclusi i Comuni che li gestiscono in economia, diventerà obbligatorio predisporre e pubblicare online la ‘Carta della qualità’ e gli aspetti generali dei servizi.

Gli utenti dovranno poi ricevere nei documenti di riscossione tutti i dati di sintesi sugli importi addebitati e il calcolo della tariffa, le modalità di pagamento, i recapiti e le procedure per i reclami, le informazioni sulle modalità di erogazione del servizio e sul raggiungimento degli obiettivi ambientali.

Qualsiasi variazione di rilievo nelle condizioni di erogazione del servizio dovrà essere comunicata agli utenti con un largo preavviso. E i soggetti coinvolti nella filiera dovranno dialogare tra loro per trasmettere le informazioni richieste agli utenti.

IL TAVOLO PERMANENTE

Per garantire un confronto continuativo con i diversi attori coinvolti nella governance del settore rifiuti ARERA ha anche istituito un tavolo permanente con Regioni ed Autonomie locali che si è riunito per la prima volta in questa occasione.

IL QUADRO STRATEGICO ARERA E I PRINCIPI UE

L’intero processo regolatorio del settore rifiuti si sviluppa secondo quanto previsto da ARERA nell’obiettivo OS8 del Quadro Strategico 2019-2021. Nell’obiettivo l’Autorità ha previsto un meccanismo tariffario in grado di favorire la capacità del sistema locale di gestire integralmente il ciclo dei rifiuti, in coerenza con le Direttive Europee sull’economia circolare che – oltre a ribadire il principio pay as you throw – hanno fissato obiettivi di riciclo dei materiali e di riduzione delle discariche (a partire dal 2035 potranno ospitare solo un massimo del 10% di rifiuti urbani).

LA DICHIARAZIONE DEL PRESIDENTE

“Gli obiettivi che la legge finanziaria 2018 ha affidato ad ARERA in materia di rifiuti erano ambiziosi. Miglioramento del servizio agli utenti, omogeneità tra le aree del paese, valutazione dei rapporti costo-qualità e adeguamento infrastrutturale. Ben si comprende come sarebbe difficile portare a compimento qualsiasi riforma omogenea senza un consapevole e attivo contributo di ciascun segmento della filiera. – afferma il presidente di ARERA Stefano Besseghini –

Le regole dell’Autorità e gli stimoli tariffari dovranno supportare tanto i cambiamenti comportamentali dei singoli utenti. Quanto lo sviluppo tecnologico degli impianti di trattamento, tenendo ben presenti che ad obiettivi sociali ed ambientali occorre affiancare una pragmatica sostenibilità economica dei percorsi che si intraprendono”