La nota di lettura dell’Ifel – Fondazione Anci, destinata agli enti locali, affronta tutte le novità contenute nel dl 87/2024, che introduce la revisione del sistema sanzionatorio tributario.
Il 28 giugno 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo 87/2024, che introduce importanti modifiche al sistema sanzionatorio tributario italiano.
Questo intervento, in attuazione della legge 111/2023, mira a riformare l’approccio alle sanzioni per imposte sui redditi, IVA, tributi indiretti e tributi degli enti territoriali.
Il decreto, entrato in vigore il 1° settembre 2024, riguarda da vicino anche il sistema sanzionatorio degli enti locali, con l’obiettivo di rendere le sanzioni più proporzionate e giuste nei confronti dei contribuenti.
Revisione del sistema sanzionatorio tributario: la nota di commento per gli Enti Locali
Per questo motivo l’Ifel – Fondazione Anci ha elaborato una nota di commento che ha l’obiettivo di illustrare agli enti locali tutte le novità apportate da questo nuovo disposto normativo.
Secondo quanto indicato nel documento, pur introducendo alcune disposizioni meno favorevoli per i contribuenti, come la necessità di ulteriori adempimenti per beneficiare delle esenzioni, il decreto mira a ridurre la pressione fiscale attraverso una riduzione generalizzata delle sanzioni, specialmente per le violazioni minori o commesse in buona fede.
Il contesto della riforma
La legge 111/2023, che ha delegato il Governo a rivedere il sistema sanzionatorio, stabilisce che l’intervento deve essere conforme a criteri di proporzionalità e offensività delle violazioni.
Con l’approvazione del decreto 87/2024, il legislatore ha introdotto norme che modificano profondamente l’impianto sanzionatorio esistente, riducendo in particolare le sanzioni per gli omessi o parziali versamenti e adattando le regole in base alla gravità delle violazioni.
Una delle novità principali riguarda la deroga al principio del favor rei, che generalmente prevede l’applicazione della norma più favorevole al reo. Tuttavia, il legislatore ha ritenuto necessario superare questo principio per garantire la copertura finanziaria delle modifiche introdotte, in linea con l’art. 81 della Costituzione, che impone il pareggio di bilancio.
Riduzione delle sanzioni per omessi e parziali versamenti
Una delle disposizioni più rilevanti è la riduzione delle sanzioni per omesso o parziale versamento delle imposte. L’art. 2 del decreto abbassa la sanzione dal 30% al 25%, applicabile per le violazioni commesse a partire dal 1° settembre 2024. Questo significa che, per esempio, l’omesso versamento dell’acconto IMU del 2024 sarà sanzionato con il 30%, mentre il mancato pagamento del saldo verrà punito con il 25%.
Inoltre, la norma prevede una riduzione delle sanzioni per i pagamenti tardivi: per i versamenti effettuati con un ritardo non superiore a novanta giorni, la sanzione sarà ridotta al 12,5%, a fronte del 15% precedentemente previsto.
Proporzionalità e offensività nelle sanzioni
Un’altra innovazione significativa del decreto è l’introduzione del principio di proporzionalità e offensività, sancito dal nuovo comma 3-bis all’art. 34 del d.lgs. 472/1997. In questo contesto, le sanzioni dovranno essere commisurate alla gravità effettiva della violazione. Questo principio sarà applicabile anche alle imposte locali, dove si prevede un passaggio da un sistema con sanzioni minime e massime a un regime di sanzioni predeterminate in base alla violazione commessa.
Gli enti locali, dunque, potranno ridurre ulteriormente le sanzioni se queste risultassero eccessive rispetto alla violazione, anche se la legge prevede sanzioni fisse. Questo approccio mira a rendere le penalità più equilibrate e meno punitive nei confronti del contribuente, mantenendo al contempo una linea di rigore per garantire la compliance fiscale.
Modifiche alle cause di non punibilità
Il decreto interviene anche sull’art. 6 del d.lgs. 472/1997, modificando il comma 5-bis e introducendo il comma 5-ter. La modifica chiarisce che non sono punibili le violazioni che non arrecano un danno concreto all’attività di controllo o alla determinazione del tributo. Tuttavia, rispetto al passato, questa novità introduce nuovi adempimenti a carico del contribuente, come la presentazione di dichiarazioni integrative, che potrebbero rendere il sistema meno favorevole in alcuni casi.
Incremento delle sanzioni per reiterazione delle violazioni
Un altro aspetto trattato dal decreto riguarda le sanzioni per la reiterazione delle violazioni. L’art. 7 del d.lgs. 472/1997, come modificato dal decreto 87/2024, prevede un aumento della sanzione fino al doppio per chi commette nuove infrazioni simili entro tre anni da una precedente sentenza definitiva. Questa misura punta a scoraggiare comportamenti reiterati e garantire una maggiore severità verso chi persiste nel non rispettare le regole fiscali.