Ecco come cambieranno le aliquote IMU nel 2025: focus su tutte le novità e sul funzionamento del nuovo prospetto del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Con l’avvicinarsi della scadenza per la stesura del bilancio di previsione 2025-2027, (con la scadenza comunque prorogata di recente a febbraio 2025) i Comuni italiani sono chiamati a ridefinire uno degli elementi centrali della loro pianificazione finanziaria: il gettito derivante dall’Imposta Municipale Propria (IMU).
La revisione delle aliquote, resa necessaria dalle disposizioni del Decreto ministeriale 6 settembre 2024, rappresenta una sfida fondamentale, con importanti implicazioni per le amministrazioni locali. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 18 settembre 2024, il Decreto ministeriale introduce significative modifiche alle regole per la determinazione delle aliquote IMU.
Nuove regole per le aliquote IMU: cosa cambia dal 2025
In particolare, è stato aggiornato l’Allegato A, ampliando le casistiche in cui i Comuni possono diversificare le aliquote. Tra le nuove regole, le differenziazioni devono rispettare principi di ragionevolezza, proporzionalità e non discriminazione.
Inoltre, viene reso obbligatorio l’uso del Portale del federalismo fiscale per l’elaborazione e la trasmissione del Prospetto IMU, anche per i Comuni che scelgono di non modificare le aliquote. La pubblicazione delle aliquote sul sito del Dipartimento delle Finanze è condizione essenziale per la loro validità. Le aliquote approvate saranno operative solo se:
- trasmesse attraverso il portale entro i termini previsti;
- pubblicate entro il 28 ottobre 2025, come stabilito dalla Legge n. 160/2019.
In assenza di queste condizioni, si applicheranno le aliquote base previste dalla normativa, generalmente più basse rispetto a quelle adottate dai Comuni negli anni precedenti.
Obblighi per i Comuni
Secondo quanto disposto dal decreto Milleproroghe 2024 (DL n. 132/2023), a partire dal 2025 i Comuni dovranno elaborare il Prospetto IMU esclusivamente tramite l’apposita applicazione informatica disponibile sul Portale del federalismo fiscale. Questo strumento è obbligatorio anche per i Comuni che non intendono diversificare le aliquote.
La mancata compilazione del Prospetto comporterà l’applicazione automatica delle aliquote di base definite dal legislatore. Tali aliquote, spesso inferiori a quelle attualmente in vigore, potrebbero determinare una riduzione delle entrate per le amministrazioni locali. Ad esempio, la misura massima applicabile dal 2025 non potrà superare lo 0,86%, a fronte dell’1,06% attualmente adottato da molti enti.
Che cosa rappresenta il nuovo prospetto IMU?
Il prospetto IMU è uno strumento ufficiale che i Comuni utilizzano per determinare e comunicare le aliquote dell’Imposta Municipale Propria (IMU) applicabili nel proprio territorio. Dal 2025, il processo per la sua compilazione e pubblicazione sarà regolato da nuove disposizioni normative, con l’obiettivo di rendere più trasparenti e uniformi le modalità di gestione.
Come funziona il prospetto IMU?
Ecco i passaggi principali:
- Elaborazione obbligatoria sul Portale del federalismo fiscale
Tutti i Comuni, anche quelli che decidono di non modificare le aliquote, devono compilare il prospetto utilizzando l’apposita piattaforma informatica messa a disposizione sul Portale del federalismo fiscale. - Trasmissione e pubblicazione delle aliquote
Le aliquote IMU, insieme al regolamento comunale, devono essere trasmesse al Portale entro il 14 ottobre e pubblicate sul sito del Dipartimento delle Finanze entro il 28 ottobre per essere valide. In caso contrario, verranno applicate le aliquote base stabilite a livello nazionale. - Validità e approvazione
Solo le aliquote pubblicate correttamente entro le scadenze previste potranno essere operative. Questo meccanismo assicura che le informazioni siano rese disponibili ai cittadini e rispettino i requisiti di trasparenza. - Conseguenze della mancata compilazione
Se un Comune non elabora il prospetto IMU o non rispetta le scadenze, si applicano automaticamente le aliquote standard previste dalla normativa nazionale, che sono generalmente più basse rispetto a quelle deliberate dai Comuni. - Differenziazione delle aliquote
I Comuni possono stabilire aliquote diversificate per categorie specifiche di immobili, come abitazioni di lusso, fabbricati strumentali, terreni agricoli o immobili commerciali, purché rispettino i criteri di proporzionalità e non discriminazione. Le modifiche devono essere dettagliate nel prospetto.
Le fattispecie soggette a differenziazione
Il Decreto individua specifiche categorie di immobili per le quali i Comuni possono applicare aliquote diversificate. Tra queste:
- Abitazioni principali di lusso (categorie catastali A/1, A/8 e A/9);
- Fabbricati rurali ad uso strumentale;
- Immobili appartenenti al gruppo catastale D;
- Terreni agricoli;
- Aree fabbricabili;
- Altri fabbricati diversi dall’abitazione principale e dai fabbricati del gruppo D.
Eventuali modifiche o integrazioni alle categorie possono essere introdotte con successivi decreti del Ministro dell’Economia e delle Finanze, previo parere della Conferenza Stato-Città ed Autonomie Locali.
Requisiti di trasparenza e tempi stringenti
La normativa impone ai Comuni di inserire il Prospetto IMU e il regolamento delle aliquote sul Portale del federalismo fiscale entro il 14 ottobre di ogni anno. In caso di mancata pubblicazione entro il termine del 28 ottobre, verranno applicate le aliquote e i regolamenti dell’anno precedente.
Questa scadenza rappresenta una misura di trasparenza, garantendo che tutte le informazioni siano disponibili in modo tempestivo e conforme alle regole.
Implicazioni per i cittadini e le amministrazioni
Le nuove regole mirano a rendere più omogenea e trasparente la gestione dell’IMU, ma potrebbero comportare sfide significative per i Comuni, che dovranno adeguarsi a procedure più complesse e a tempistiche stringenti. Per i cittadini, l’introduzione di aliquote standard più basse potrebbe tradursi in una riduzione del carico fiscale, ma solo nel caso in cui le amministrazioni non riescano a rispettare i nuovi obblighi.
In definitiva, il 2025 segnerà un cambio di paradigma nella gestione dell’IMU, con un equilibrio delicato tra esigenze di semplificazione amministrativa e sostenibilità finanziaria per gli enti locali.