Delrio: trasparenza sui dati dei conti pubblici
La Commissione tecnica paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale, COPAFF, ha elaborato un Rapporto di Condivisione tra i livelli di governo dei dati sull’entità e la ripartizione delle misure di consolidamento della finanza pubblica. Si tratta del Primo rapporto del 16 gennaio 2014. “La riunione con i dati evidenziati dal Copaff sull’entità e la ripartizione delle manovre di finanza pubblica negli anni 2008-2013 – ha riferito il ministro per gli Affari Regionali Graziano Delrio al termine della riunione del 13 febbraio con il Copaff e i rappresentanti di Regioni e Enti locali – è stata molto utile per ottenere trasparenza sui dati dei conti pubblici e per poter realizzare meglio in futuro i sacrifici degli italiani, che dovranno essere calcolati in maniera intelligente e senza operare tagli lineari”. Dal 2008 al 2013 le 19 manovre di finanza pubblica approvate dai vari governi sono state pari a 122,8 miliardi di euro; l’impatto su Regioni (comprese le spese sanitarie), Comuni e Province ha toccato i 32,7 miliardi. Questi alcuni dei dati emersi dalla riunione per valutare la ripartizione delle misure di consolidamento della finanza pubblica tra gli anni 2008 e 2013. “Dobbiamo approfondire i dati, ma certamente il confronto tra governo ed enti locali avviene su un livello di maggiore trasparenza ed efficacia”. Così Delrio ha commentato il lavoro svolto nell’ambito della Conferenza permanente per il coordinamento della finanza pubblica. “Abbiamo tenuto molto -ha continuato il ministro- a che la Conferenza iniziasse e proseguisse i lavori per dare element concreti e fattivi di un federalismo ordinato e serio. Tutti hanno fatto sacrifici in questi anni ed e’ importante -ha concluso- che i futuri sacrifici e anche quelli che vi saranno con la spending review vengano fatti distinguendo in maniera intelligente e abbandonando la logica dei tagli lineari, nella logica di un federalismo sano”. Nel periodo esaminato il tagli o delle spese correnti per le Regioni e’ stato di 7,7 miliardi, di 6,2 per i Comuni, 2,4 per le Province e 8,2 miliardi per la sanita’. Piu’ contenuti i tagli per le spese in contro capitale: 5,5 miliardi per le Regioni, 1 per i Comuni e 333,4 milioni per le Province. L’analisi, messa a disposizione dal presidente della Copaff Luca Antonini e dai professori Alberto Zanardi e Ernesto Longobardi, ha avuto lo scopo di ricostruire gli effetti delle manovre di finanza pubblica sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, tenendo conto di ciascun sotto-settore delle amministrazioni centrali, di quelle locali e degli enti di previdenza. Nel 2013 l’effetto cumulato in termini di indebitamento netto a fronte dei provvedimenti di finanza pubblica adottati a partire dal 2009 e’ stato pari a 78 miliardi di euro, come risultato netto di una riduzione di spesa di 23,8 miliardi e di un aumento delle entrare pari a 54 miliardi. Il calo della spesa e’ imputabile per 10,1 miliardi alla parte corrente e per 13,7 miliardi al conto capitale. “Nella riunione – ha spiegato Antonini – abbiamo illustrato il quadro della ripartizione delle misure di consolidamento, con lo scopo di evitare in futuro la babele delle cifre e arrivare cosi’ a un’analisi condivisa”. Nella prossima riunione, ha aggiunto, “verra’ messo a punto un documento condiviso”. Sono stati considerati i principali provvedimenti adottati a partire dal 2008 e destinati a produrre effetti finanziari sulle amministrazioni pubbliche, sia dal lato delle spese sia da quello delle entrate, indipendentemente dal fatto che tali provvedimenti siano stati esplicitamente indirizzati a obiettivi di consolidamento finanziario. Sono stati trascurati soltanto gli interventi con effetti finanziari. L’analisi offre una ricostruzione degli effetti che le misure previste in tali provvedimenti hanno avuto sull’indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche distintamente per i sotto-‐settori delle amministrazioni centrali (AC), delle amministrazioni locali (AL) e degli enti di previdenza (EP). I sotto-‐settori sono individuati in coerenza con il prospetto delle amministrazioni pubbliche predisposto annualmente dall’ISTAT in conformità con i criteri e le indicazioni del SEC95. Per le AL, gli effetti degli interventi considerati sono ulteriormente ripartiti tra i principali aggregati di enti che le compongono: Regioni, Province, Comuni, Enti sanitari locali e, a residuo, altri enti compresi nelle AL. Per il complesso degli enti territoriali la ripartizione tra conto corrente e conto capitale degli effetti sulle spese del patto di stabilità interno, ove non diversamente specificato dalle norme, è operata sulla base di un duplice criterio: 1) l’effettiva “capienza” delle poste di bilancio oggetto di intervento negli anni di previsione (ovvero il valore nominale su cui ipotizzare misure restrittive), tenuto conto dei parametri delle equazioni delle voci di spesa del modello di finanza pubblica; 2) il comportamento storico seguito dalle amministrazioni nel distribuire tra le diverse voci del proprio bilancio il contributo alla manovra (tenuto conto di eventuali esclusioni di particolari voci di spesa previste dagli stessi provvedimenti legislativi).
I seguenti grafici riproducono l’andamento della spesa per i tre sottosettori (AC, AL, EP) e per i principali componenti delle amministrazioni centrali e locali, vale a dire lo Stato, le Regioni, i Comuni, le Province, gli Enti sanitari locali.
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FONTE: Conferenza delle Regioni e delle provincie autonome (www.regioni.it)