comuni italiani 2Il Rapporto sui Comuni 2017 di Ermes, basato su dati 2015, si sviluppa su tre temi: la rilevazione delle giornate di assenza retribuita del personale dipendente dei comuni, il rapporto tra fondo per il salario accessorio e personale non dirigente e la capacità delle amministrazioni comunali di acquisire tributi sul proprio territorio.


 

Per quanto riguarda il primo oggetto di studio, è emerso che la media nazionale, di assenze annue per dipendente, registrate nel 2015, su un campione di circa 2.300 Comuni, è di 50,2 giorni lavorativi.

 

Tale valore è la somma tra i giorni di ferie (31,3), quelli di malattia (10,3) di assenza ex legge 104/1992 (3,4) maternità e congedo parentale (3) ed altre assenze quali concorsi, lutto, etc. (2,3).

 

Il dato generale rappresenta una sintesi di realtà anche molto differenti tra loro.

 

L’andamento dei giorni di assenza appare crescere all’aumentare della dimensione del Comune: nei comuni con oltre 1.000 dipendenti la media è di 51,4 giorni per dipendenti, in quelli con un numero di dipendenti tra 101 e 1.000 unità la media scende a 50,8 giorni, per quelli da 51 a 100 unità scende ancora a 48,9 giorni per i comuni con 26-50 unità la media si abbassa a 46,5 giorni ed, infine, per i comuni con 11-25 unità scende ulteriormente a 46,1 giorni.

 

E’ evidente che nei Comuni con un numero inferiore di dipendenti, la media è più influenzabile da poche unità con molti giorni di assenza, magari per gravi patologie.

 

I Comuni che registrano il maggior numero di assenza sono tutti del Meridione: Locri (RC) con 99,4 giorni, La Maddalena (OT) con 87,3 giorni, Condofuri (RC) con 86,1 giorni e Pace del Mela (ME) con 83,4 giorni, Tortorici (ME) con 79,2 giorni.

 

Il Sud, però, è fortemente rappresentato anche tra i Comuni più virtuosi, con meno giorni di assenza per dipendente: Cittanova (RC) con 20,8 giorni, Tavarnelle (FI) con 18,3 giorni, Mussomeli (CL) con 18,1 giorni e Biassono con 14,0 giorni.

 

Tutti i venticinque comuni più virtuosi hanno una media di assenze per dipendente inferiore ai trenta giorni. Se il dato è corretto, significa che il personale di questi enti non solo non si ammala mai, ma, addirittura, rinuncia anche a parte delle proprie ferie.

 

La ricerca Ermes, sui Fondi per la contrattazione integrativa del personale non dirigente relativamente all’anno 2015, si è preoccupata di definire, il rapporto tra fondo per il salario accessori e dipendenti.

 

I Comuni più generosi sono Giffoni Sei Casali (SA) con euro 14.319,0 per dipendente, Ronciglione (VT) con euro 13.844,8, Cherasco (CN) con euro 13.028,4 e Casapesenna (CE) con euro 10.903,2.

 

I Comuni più “avari” sono stati Acri (CS) con 765,0 euro, Pula (CA) con € 571,6, Barrafranca (EN) con euro 501,1 e Grazzanise (CE) con soli 426,4 euro.

 

La terza tematica affrontata nel Rapporto Ermes sui Comuni 2017, sempre con dati riferiti al 2015, è stata quella della capacità delle amministrazioni comunali di acquisire tributi sul proprio territorio. Lo studio sconta una certa disomogeneità nei dati a disposizione. La media nazionale del campione porta ad un accertamento pro capite di 553 euro, così suddivisi: 82 euro di addizionale IRPEF, 199 euro di IMU, 80 euro di TASI, 168 euro di TARI, 17 euro di altri tributi comunali ed, infine, 7 euro per altre entrate tributarie proprie.

 

Le prime posizioni della classifica generale sono occupate da Comuni che, indipendentemente dalla dimensione e dalla localizzazione geografica, sono noti per essere fra le principali località turistiche del Paese, e pertanto possono contare su più rilevanti risorse in relazione ad alcune componenti, quali l’IMU, l’imposta di soggiorno e così via. Da notare che il primo posto della graduatoria è legato anche ai diritti speciali, riconosciuti per lo status di “zona extradoganale” di cui gode il Comune di Livigno (SO), con accertamenti pro capite che ammontano ad euro 3.654,5 e con una percentuale di riscossione addirittura del 93,2%, contro una media nazionale del 75,6%. Seguono Cortina d’Ampezzo (BL) con euro 2.280,0 ed una riscossione al 91,9%, Forte dei Marmi (LU) con euro 2.193,3 ed una riscossione al 72,4% Castiglione della Pescaia (GR) con accertamenti pro capite per euro 2.189,8 ed una percentuale di riscossione del 79,2.

 

I Comuni con minore capacità di acquisire tributi propri sono: Villasor (CA) con euro 113,0 ed una percentuale di riscossione del 71,4%, Recale (CE) con accertamenti per euro 110,0 e percentuale di riscossione del 93,9, Tortorici (ME) che accerta solo 109,8 euro pro capite ma riscuote il 90,7% e L’Aquila (sulla quale sarà inciso fortemente il terremoto) con 107,2 euro ed una percentuale di riscossione pari all’84,6.

 

In allegato il testo completo del rapporto.