Presentazione del Presidente Raffaele Squitieri

Con il nuovo Titolo V della Costituzione – e con la conseguente ridefinizione di
norme per il coordinamento della finanza pubblica – si è rafforzato il ruolo della Corte
dei conti come “garante imparziale dell’equilibrio economico-finanziario del settore
pubblico”, secondo l’espressione della sentenza n. 60/2013 della Corte costituzionale.

Una pronuncia nella quale viene affermato che “alla Corte dei conti è attribuito il
controllo sull’equilibrio economico-finanziario del complesso delle Amministrazioni
pubbliche a tutela dell’unità economica della Repubblica, in riferimento a parametri
costituzionali (artt. 81, 119 e 120 Cost.) e ai vincoli derivanti all’appartenenza
dell’Italia all’Unione europea (artt. 11 e 117, 1° comma, Cost.)”.

In linea con il nuovo assetto ordinamentale, la legge 244/2007 prevedeva
espressamente l’elaborazione di un “Rapporto sul coordinamento della finanza
pubblica”, con la finalità principale di effettuare una verifica puntuale sul
funzionamento degli strumenti posti a presidio degli equilibri generali di finanza
pubblica, sia a livello dell’amministrazione centrale che delle amministrazioni locali.

Tale finalità ha assunto ancora maggiore rilevanza in ragione dei vincoli e delle
nuove regole concordate in sede europea; e dell’introduzione in Costituzione del
principio del pareggio strutturale di bilancio riferito all’intero settore delle
amministrazioni pubbliche.

Al di là degli adempimenti normativi, l’opportunità di realizzare il Rapporto sul
coordinamento si fondava anche sulla constatazione di una lacuna informativa, non
ammissibile in generale ma, soprattutto, poco compatibile con la missione della Corte
dei conti, istituzionalmente orientata alle verifiche di risultato.
Si trattava, invero, di colmare uno squilibrio informativo singolare.

Nella fase nella quale si apprestano, si discutono e si approvano i più vari
strumenti di intervento si dispone, infatti, di informazioni e analisi, quasi
sovrabbondanti, sugli effetti attesi sulla finanza pubblica, sul quadro macroeconomico,
sulla distribuzione dei redditi e così via (relazioni tecniche ai ddl, dossier parlamentari
ecc).

Mancano, invece, accurate verifiche ex post, le uniche in grado di misurare il
funzionamento degli strumenti usati fino a quel momento e, quindi, di apportare ad
essi le più opportune correzioni.

Una lacuna che si riflette negativamente sulla stessa capacità del Parlamento di
valutare (aggiungerei, con cognizione di causa) interventi e indirizzi proposti nei
documenti programmatici e di bilancio e, in particolare, la portata degli strumenti
attraverso i quali ciascun livello di governo è chiamato ad assicurare il conseguimento
degli obiettivi di riequilibrio dei conti pubblici, secondo una ben definita distribuzione
degli oneri.

È essenziale, a tal fine, la conoscenza di come abbiano funzionato (o, persino, se
abbiano funzionato) gli strumenti fino a quel momento impiegati; e da quali difetti
possa dipendere l’eventuale mancato o parziale insuccesso nel raggiungimento degli
obiettivi programmati.

In questi anni, il Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica ha, per
l’appunto, cercato di affinare metodologie e indagini con l’intento specifico di colmare,
in parte, questo vuoto di conoscenza. E, sotto questo aspetto, come potete constatare, il
documento spazia su un arco molto ampio di tematiche e di strumenti, dagli aspetti
macroeconomici al fisco, dal pubblico impiego al patto di stabilità interno e al patto per
la salute.

La Corte è attrezzata per lo svolgimento di un compito così complesso, anche in
virtù di alcune sue positive peculiarità, come la propria esclusiva articolazione sul
territorio. Tuttavia, nello scenario caratterizzato da novità di grande rilievo, sul piano
istituzionale, interno ed internazionale, il coinvolgimento dell’Istituto, fortemente
auspicato anche dalle autorità comunitarie, impone un continuo adeguamento e
potenziamento di strutture e professionalità.

La Corte sta procedendo celermente su questa strada, anche attraverso linee di
collaborazione stabile con istituti di studi indipendenti. Ciò che consente valutazioni
autonome e tecnicamente solide su argomenti sovente assai complessi.

Il lavoro che oggi presentiamo è una riprova dell’impegno applicato dalla Corte
nell’assolvere a questo ruolo di “verificatore” in posizione di terzietà. Quanto ci siamo
riusciti è l’interrogativo che rivolgiamo ai nostri interlocutori, ben disponibili a
garantire comunque ogni sforzo utile a migliorarci. Per noi stessi ma, soprattutto, per
le istituzioni.

Nelle Raccomandazioni rese l’altro ieri, la Commissione europea ha rilevato come,
rispetto al percorso fissato per la politica di bilancio con le nuove regole, permangano
ancora scostamenti da riassorbire.
Preoccupa, in particolare, la tendenza del debito pubblico.

La condotta di finanza pubblica richiede, dunque, ancora molta accortezza e
grande disciplina.
Ma il Rapporto sottolinea anche che rigore e disciplina segnano la politica di
bilancio almeno da quattro anni; e non solo – come si tende generalmente ad
evidenziare – per la via dell’inasprimento del carico fiscale. In questi anni, infatti, la
spesa pubblica si è ridotta in valore assoluto, anche se con un forte sacrificio degli
investimenti pubblici: uno sforzo eccezionale che non può, realisticamente, essere
protratto troppo oltre in assenza di crescita economica. O, almeno, non oltre quanto
già programmato nel DEF.

Tutto il Rapporto si concentra sulle condizioni necessarie per realizzare questo
difficile bilanciamento tra disciplina nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo
economico; un bilanciamento che deve contare, soprattutto, su una coraggiosa e
selettiva politica di riforme in grado di elevare la produttività di sistema.

Il Governo ha annunciato riforme strutturali in tutti campi dell’economia e
dell’amministrazione. La Corte dei conti sostiene con convinzione questa strategia di
intervento. Nella nostra istituzione indipendente il Governo trova tutte le conoscenze e
il supporto tecnico per realizzare le riforme anche sul territorio e nella finanza degli
enti locali.

Scarica il rapporto completo: rapporto_2014_coordinamento_finanza_pubblica

FONTE: Corte dei Conti

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