perdite-su-crediti-deducibiliEcco una breve panoramica, alla luce di una recente sentenza della Corte di Cassazione (n.223/2024) sui casi in cui le perdite su crediti sono deducibili.


Le perdite su crediti rappresentano un aspetto cruciale per le aziende, influenzando la valutazione contabile e le decisioni gestionali. Tuttavia, il trattamento fiscale di tali perdite è regolamentato da disposizioni specifiche, come sottolineato dagli articoli 101, comma 5, e 106 del TUIR (D.P.R. n. 917 del 22 dicembre 1986).

Secondo l’articolo 101, comma 5, del TUIR, gli oneri derivanti dalla mancata esigibilità di crediti sono deducibili senza limiti, a condizione che siano soddisfatti determinati requisiti probatori. In particolare, la perdita deve derivare da inesigibilità definitiva, e il contribuente deve documentare in modo inequivocabile la difficoltà di esazione.

D’altra parte, l’articolo 106 del TUIR stabilisce una misura forfettaria di deducibilità per gli oneri derivanti dall’inesigibilità “potenziale” dei crediti, cioè quando la perdita è probabile ma non ancora definitiva.

In quali casi le perdite su crediti sono deducibili? La decisione della Cassazione

La Corte di Cassazione civile, con la sentenza n. 223/2024, ha affrontato la questione delle perdite su crediti in un caso specifico. L’Ufficio aveva contestato la deduzione di perdite su crediti da parte di un’azienda, sottolineando la mancanza delle condizioni previste dalla normativa fiscale. La società, nonostante una serie di riprese dell’Ufficio, era risultata soccombente nei giudizi di merito.

La Corte di Cassazione ha confermato il rigetto del ricorso, ribadendo l’importanza delle condizioni richieste dalla normativa fiscale per la deduzione delle perdite su crediti. In particolare, ha sottolineato che è fondamentale che il contribuente dimostri la sussistenza di elementi certi e precisi di inesigibilità dei crediti, e che analisi di terzi non sono sufficienti senza riscontri sulla condizione di insolvibilità dei debitori.

La sentenza ha evidenziato anche la necessità di iniziative concrete per il recupero dei crediti, inclusa l’azione legale, e ha respinto la deduzione delle perdite su crediti basata su valutazioni non circostanziate o generali.

Inoltre, la Corte ha affrontato specifici casi di perdita legati a transazioni immobiliari, confermando la competenza dei giudici di appello nel considerare la perdita della caparra confirmatoria come cristallizzata in un periodo di imposta precedente.

In conclusione, la Corte di Cassazione ha delineato chiare linee guida sulla deducibilità delle perdite su crediti, sottolineando l’importanza della documentazione dettagliata e delle azioni concrete per il recupero. Le aziende sono avvisate di adottare una gestione attenta e trasparente dei crediti, tenendo conto delle nuove indicazioni fornite dalla giurisprudenza.

La sentenza della Cassazione

Qui il documento completo.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it