Disponibile una nuova scadenza per il Concordato Preventivo Biennale: il Consiglio dei Ministri ne ha stabilito la riapertura dei termini con conseguente proroga per le richieste di adesione.


Si dà in questo modo una seconda opportunità agli imprenditori e ai lavoratori autonomi per sfruttare questo strumento. Introdotto con il d.lgs. 13/2024, rappresenta un meccanismo fiscale opzionale che permette di stabilire in anticipo i redditi e il valore della produzione imponibile per i periodi d’imposta 2024 e 2025.

Questa misura è rivolta a imprenditori individuali, società di persone e di capitali, oltre ad associazioni professionali e altri soggetti che operano nel settore commerciale e che applicano gli ISA (Indici sintetici di affidabilità). Anche i contribuenti in regime forfettario possono aderire, ma limitatamente al solo anno fiscale 2024.

Proroga del Concordato Preventivo Biennale

La nuova scadenza per aderire al concordato preventivo biennale è fissata al 12 dicembre 2024. Questa data sostituisce la precedente, lo scorso 31 ottobre 2024, che ha registrato una partecipazione inferiore alle aspettative. A causa di questa scarsa adesione, il concordato è stato definito un “flop” nella sua fase iniziale.

Il Governo, nel tentativo di recuperare il mancato interesse, ha deciso di riaprire i termini per offrire ai contribuenti un’ulteriore possibilità di aderire. La proroga risponde alle richieste avanzate da diverse categorie e professionisti, che avevano segnalato la necessità di più tempo per valutare i benefici del concordato.

Vantaggi e rischi dell’adesione

Aderendo al CPB, i contribuenti definiscono con l’Agenzia delle Entrate una soglia di reddito imponibile; i redditi superiori a quelli stabiliti non concorreranno alla base imponibile, portando così un risparmio fiscale. Tuttavia, in caso di redditi effettivi inferiori alla soglia concordata, il contribuente è comunque vincolato al pagamento delle imposte sul reddito preconcordato, comportando un possibile onere economico in caso di guadagni minori.

Novità: aliquote differenziate per imposta Sostitutiva

Un’altra novità introdotta dal d.lgs. 108/2024 riguarda i contribuenti che hanno aderito al CPB: questi potranno applicare un’imposta sostitutiva su eventuali redditi eccedenti rispetto a quelli dichiarati in precedenza. L’aliquota varia in base al punteggio ISA:

  • 10% per punteggi ISA tra 8 e 10,
  • 12% per punteggi tra 6 e 7,
  • 15% per punteggi pari o inferiori a 5.

Esenzione da accertamenti e ravvedimento speciale

L’adesione al CPB esenta i contribuenti dagli accertamenti fiscali previsti dall’art. 39 del DPR 600/1973, garantendo anche i benefici premiali del regime ISA. Tuttavia, l’eventuale rifiuto di aderire non comporta automaticamente sanzioni immediate, anche se potrebbero aumentare i controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Per chi aderisce, il CPB prevede anche un regime di “ravvedimento speciale,” che consente di sanare le annualità ancora accertabili dal 2018 al 2022 mediante il versamento di un’imposta sostitutiva. Tale imposta è calcolata su una percentuale di incremento del reddito, variabile in funzione del punteggio ISA, con aliquote che spaziano dal 5% al 50% a seconda del livello di affidabilità fiscale.

Dichiarazioni del Governo

Sul provvedimento si è espresso il viceministro dell’economia, Maurizio Leo, che ha spiegato la decisione della proroga: “Abbiamo ascoltato le richieste di contribuenti e professionisti e deciso di estendere i termini, in modo da permettere l’adesione anche a coloro che non hanno fatto in tempo entro la precedente scadenza del 31 ottobre.” Leo ha evidenziato l’importanza del concordato come misura che avvantaggia sia lo Stato sia i cittadini, auspicando una collaborazione più trasparente tra fisco e contribuenti.

Anche il vicepremier Antonio Tajani ha commentato l’iniziativa con un post sui social, dichiarando che le ulteriori risorse generate dall’adesione saranno destinate a sostenere la classe media e ad alleggerire la pressione fiscale per le famiglie italiane.

Verso la conversione in Legge

Il decreto, approvato dal Consiglio dei ministri, è ora in fase di esame presso la commissione bilancio del Senato, parallelamente alla legge di bilancio. Il provvedimento potrà così essere inserito nella normativa finanziaria per il 2025, garantendo un quadro chiaro e regolamentato per chi aderirà al concordato preventivo biennale, una misura che intende coniugare risparmio per i contribuenti e garanzie per il fisco.