centrali uniche comuni interrogativiLa scadenza del bilancio di previsione per gli Enti Locali, nell’ultimo anno, ha subito svariate proroghe e moltissimi cambiamenti in corsa. Adesso sarebbe arrivata in campo un’ulteriore novità, che ha del clamoroso.

 

La proroga, attualmente fissata al 30 Settembre, riguarda solo province e città metropolitane, non i comuni, per i quali la scadenza “improrogabile” rimane fissata al 30 luglio. Lo ha deciso ieri la Conferenza stato-città e autonomie locali, che ha anche dato il via libera al riparto dei 530 milioni del fondo Imu-Tasi stanziati dal dl 78/2015.

 

Era già risaputo da giorni che l’Upi avrebbe presentato una richiesta di rinvio, viste le difficoltà a quadrare i conti denunciate dagli enti di area vasta. A tale richiesta, si è successivamente associata anche l’Anci, ma con buona pace dell’associazione dei Comuni che, a quanto pare, ha visto ignorata la propria richiesta di proroga. Come già detto nel testo della missiva è rimasto il riferimento solo a province e città metropolitane.

 

La scelta, fortemente voluta dal governo ha negato ogni possibilità di un rinvio esteso anche ai Comuni, ponendo fine ad un inutile calvario fino ad autunno inoltrato sull’incertezza delle aliquote di Imu e Tasi e sulle tariffe dei servizi. Il diktat è rivolto ai sindaci che si trovassero ancora in ritardo che, a questo punto, devono velocizzare i tempi, tenendo conto del decreto enti locali nella versione approvata dal Governo. Il quadro finale sulle modifiche parlamentari dovrebbe arrivare tra martedì e mercoledì prossimo.

 

Al momento i correttivi più probabili, da inserire nel decreto enti locali, riguardano la possibilità di fare un bilancio solo annuale (e non triennale) e un possibile via libera all’utilizzo almeno parziale dell’avanzo libero per finanziare la spesa corrente.

 

I problemi più gravi, comunque, riguardano le Province e le Città metropolitane, che lamentano in coro difficoltà enormi a chiudere i bilanci alla luce dei tagli e del blocco al trasferimento di funzioni e personale.

 

ANCI e UPI sono state accomunate dalla volontà di chiedere maggior tempo per stabilire in maniera chiara e univoca per poter tracciare una linea netta, con la prossima legge di stabilità, per una nuova stagione nei rapporti tra governo ed enti locali. Le proposte erano state avanzate, dunque, da ambedue le parti per arrivare ad un patto che consentisse di condividere le politiche di finanza pubblica, le dinamiche della spesa, gli investimenti e gli assetti istituzionali.

 

Peccato che solo una delle due voci sia stata ascoltata.