progetto-onu-ocse-ispettori-fiscaliIspettori fiscali senza frontiere: il progetto Onu-Ocse vale già 414mln. L’iniziativa nata nel 2015 a favore dei Paesi in via di sviluppo sta rafforzando la capacità di tassare le multinazionali.


Supportare i Paesi in via di sviluppo attraverso la condivisione di esperienze, di best practices, l’esportazione di metodologie e il supporto tecnico operativo.  E farlo sul campo. È questa la filosofia di base del progetto “Tax Inspectors without borders”, promosso dall’Ocse e dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), che da oltre 2 anni vede esperti fiscali da tutto il mondo supportare i Paesi in via di sviluppo nel processo di accrescimento delle competenze necessarie a mettere in campo una corretta ed efficace tassazione, soprattutto delle imprese multinazionali.

 

A tirare le somme dell’ultimo anno di attività è il report pubblicato in questi giorni che racconta, attraverso i fatti, di un’iniziativa di successo. “1 vale 100” potrebbe essere, infatti, il messaggio chiave per sintetizzare i risultati raggiunti da maggio 2017 ad aprile 2018 in quanto, a fronte di 1 dollaro investito nel programma, ne sono stati incassati 100 in termini di maggiori imposte recuperate. Un risultato che vale nel complesso 414 milioni di dollari di entrate fiscali direttamente riconducibili al programma Tax Inspectors Without Borders (TIWB).

 

Ed è solo l’inizio, come si evince dalle parole del capo del Segretariato TIWB James Karanja: “l’impatto immediato sulle entrate è importante  ma siamo ancora più entusiasti per gli effetti positivi sul lungo termine. Il trasferimento di competenze in corso sta generando cambiamenti organizzativi nelle autorità fiscali di tutto il mondo, il che porterà a più alti livelli di compliance da parte dei contribuenti in futuro”.

 

Il learning by doing  fa il giro del mondo

 

Basato su un approccio pratico e orientato al risultato, il TIWB ha finora consentito di rafforzare le competenze delle amministrazioni fiscali in Africa, in Asia, in America latina e nei Caraibi, sia sul fronte delle abilità tecniche sia per quanto riguarda il corretto approccio ai diversi settori industriali.  I programmi attualmente in corso si sono concentrati sull’attività di controllo basata sull’analisi del rischio, sulle procedure di accertamento e sulla negoziazione degli APA (advance pricing agreement), con un attenzione particolare alle questioni legate al trasfer pricing e alla tassazione internazionale, tra qui quelle attinenti le stabili organizzazioni e la proprietà intellettuale.

 

I controlli riguardano diversi settori industriali, tra cui l’agricoltura, l’edilizia, i servizi finanziari, l’information technology and communications (ITC), il settore dell’ospitalità, quello manifatturiero e quello minerario. Da non sottovalutare, inoltre, l’importanza del TIWB sul fronte dell’implementazione delle azioni previste dal Beps (Base erosion and profit shifting), il progetto targato Ocse-G20 per contrastare le politiche di pianificazione fiscale aggressiva e per evitare lo spostamento di base imponibile dai Paesi ad alta fiscalità verso altri con pressione fiscale bassa o nulla da parte delle imprese multinazionali. Attraverso il programma di cooperazione TIWB, infatti, i Paesi in via di sviluppo stanno rafforzando la loro capacità di tassare le imprese multinazionali, offrendo allo stesso tempo ai contribuenti più trasparenza e una maggiore certezza fiscale.

 

La cooperazione nel capacity building verso quota 100

 

Attualmente, sotto il cappello Tax Inspectors Without Borders, sono stati  già completati 10 programmi, 34 sono in corso e altri 20 sono in fase di sviluppo. L’obiettivo è quello di realizzare entro il 2020 il dispiegamento nei Paesi in via di sviluppo di 100 esperti in tema di controlli fiscali  in ambito internazionale. Al momento sono 11 i Paesi, tra cui Italia, Spagna e  Gran Bretagna, che si sono messi in gioco e hanno inviato i loro funzionari in diverse aree geografiche per fornire assistenza e supporto. Un lavoro che, in alcuni casi, si è tradotto anche nella pianificazione e nell’implementazione di riforme fiscali scaturite dal percorso di confronto e apprendimento. Inoltre, in una logica South-South sono state identificate nuove opportunità di scambio partendo da Paesi come l’India, il Kenya, la Nigeria e il Sudafrica che sono pronti a mettere a disposizione le loro competenze.