Nelle intenzioni del Governo dovrà essere una riforma integrale delle procedure anti-dissesto degli enti locali: il Salva-Napoli che ruolo ha in questo programma?


Secondo il governo, questo sarà l’ultimo di una serie di correttivi che hanno provato con successi alterni a tamponare le falle delle misure anti-dissesto. In programma ci sarebbe infatti una riforma complessiva del tema, che secondo il viceministro dell’Economia Laura Castelli dovrà essere «organico» e costruire «piani di riequilibrio efficaci e non semplici edizioni annuali di piani senza contenuti di risanamento reali».

 

In quest’ultima versione, testualmente:

 

I commi 2-bis e 2-ter, sono sostituiti dai seguenti:

 

2-bis Nelle more della complessiva riforma delle procedure di risanamento contemplate dal titolo ottavo del TUEL, qualora sia stato presentato o approvato, alla data del 30 novembre 2018, un piano di riequilibrio finanziario pluriennale di cui all’articolo 243-bis TUEL, rimodulato o riformulato ex articolo 1, comma 888 della legge n. 285/2017, e dell’articolo 1, comma 714 della legge n. 208/2015, la verifica di cui al comma 7, dell’articolo 243-quater sul raggiungimento degli obiettivi intermedi è effettuata all’esito dell’approvazione del rendiconto dell’esercizio 2018 e comunque non oltre il termine di cui all’articolo 227, comma 2, del TUEL. Ai soli fini istruttori, rimane fermo l’obbligo dell’organo di revisione di provvedere alla trasmissione della relazione di cui al comma 6 del citato articolo 243-quater nei termini e con le modalità ivi previste. Il mancato adeguamento dei tempi di pagamento dei debiti commerciali di cui alla normativa vigente non costituisce motivo per il diniego delle riformulazioni o rimodulazioni di cui al citato articolo 243-bis, fermo restando il rispetto dei termini di pagamento oggetto di accordo con i creditori di cui al piano riformulato o rimodulato.

 

2-ter Non si applicano le norme vigenti in contrasto con quanto disposto al comma 2-bis.

 

Il nuovo emendamento riscrive le regole per evitare il default di Napoli e, allo stesso tempo, far sì che il mancato rispetto dei tempi di legge nel pagamento dei debiti commerciali non blocchi le riformulazioni dei piani.

La norma Salva Napoli

 

Ribattezzata «salva Napoli», è la norma che dà più tempo agli enti locali in predissesto per ripianare gli squilibri finanziari e ridisegnare i piani di rientro.

 

Consentito di fatto ai Comuni in difficoltà — come Napoli, richiamata anche dalla Corte dei Conti — di riformulare e rimodulare i piani di riequilibrio in essere per una durata massima non più di dieci anni ma da 4 a 20 anni: più sono ampie le passività, più lungo è il tempo concesso. Il rovescio della medaglia sarà però che anche che i tributi locali, che per i Comuni in predissesto devono essere portate al massimo, rimarranno al massimo per 20 e non dieci anni.

 

La norma, in poche parole. dà infatti la possibilità di riformulare il piano del predissesto, senza tenere conto delle pronunce della Corte dei Conti per il 2018.

 

Qualche giorno fa, tuttavia, la Corte dei Conti ha bocciato questa norma, contenuta nel decreto Milleproroghe e approvata in Senato il 6 agosto scorso.  Secondo i magistrati contabili “non è opportuno avallare una situazione di accanimento terapeutico per gli enti ormai in default”.