Che sia difficile trovare 6,7 miliardi di euro da mettere nelle buste paga di 10 milioni di lavoratori dipendenti è noto. Quando poi, la settimana scorsa, Matteo Renzi ha aggiunto che il bonus (i famosi 80 euro al mese) sarebbe andato anche ai cosiddetti incapienti, cioè ai circa 4 milioni di dipendenti che guadagnano meno di 8 mila euro lordi l’anno, al ministero dell’Economia hanno dovuto ricominciare da capo, dovendo scegliere tra due strade: o la ripartizione dei 6,7 miliardi su una platea più ampia, rischiando di vanificare quella che con una certa (troppa) esagerazione lo stesso presidente del Consiglio ha definito una «terapia d’urto», o il reperimento di altre risorse. Ma dove?

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