politiche-fiscali-rapporto-uePolitiche fiscali, nel rapporto Ue il punto sui risultati raggiunti, in particolare in relazione alle priorità delineate dall’ esecutivo comunitario.


In che modo i sistemi fiscali dei Paesi appartenenti all’Unione europea stanno contribuendo a promuovere gli investimenti e l’occupazione?  A ridurre le frodi, l’evasione e l’elusione fiscale? Quanto stanno facendo per risolvere le disparità reddituali e assicurare l’equità sociale? Sono queste alcune delle principali domande a cui prova a risponde la Tax Policy in the Eu 2018 Survey, pubblicata il 19 dicembre dalla Commissione europea con l’obiettivo di fare il punto sui risultati raggiunti, in particolare in relazione alle priorità delineate dall’ esecutivo comunitario con l’Annual Growth Survey.

 

Il documento, di oltre 180 pagine, analizza, inoltre la tassazione anche in qualità di strumento a disposizione delle politiche ambientali e offre un focus sulle implicazioni che le nuove forme di lavoro hanno sui meccanismi di tassazione. Il report offre anche un’analisi dell’influenza del mix fiscale complessivo sulla progressività e una panoramica sulle recenti iniziative fiscali dell’Ue. Spazio, in fine, alle principali riforme in tema di tassazione d’impresa nei Paesi extra Ue e alle più recenti iniziative in ambito europeo finalizzate al contrasto dell’elusione e dell’evasione fiscale.

 

Stephen Quest, direttore generale per la tassazione e l’unione doganale, ha sottolineato, nella prefazione al report 2018, l’importanza della tassazione nelle sfide legate alle disuguaglianze e alla mobilità sociale. “ Il nuovo contesto globale e i recenti sviluppi nella tassazione internazionale hanno portato a nuove preoccupazioni per la nostra competitività. Pertanto, – ha proseguito Quest – assicurare sistemi di tassazione efficienti che favoriscano gli investimenti e l’occupazione rimane una questione chiave”.

 

Investimenti, occupazione, disuguaglianza e tax compliance i temi al centro del rapporto

 

La Tax Policy in the European Union Survey 2018 racconta lo stato dell’arte della tassazione nell’Unione europea, tenendo in considerazione le quattro priorità fiscali delineate nell’ambito del semestre europeo: stimolare gli investimenti, favorire l’occupazione, ridurre le disuguaglianze e assicurare l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti. Con queste quattro priorità in mente, i tecnici della Commissione hanno identificato gli indicatori chiave da monitorare e i potenziali miglioramenti di cui avrebbero bisogno i sistemi fiscali dei vari Paesi e sono giunti ad alcune conclusioni.

 

In particolare, il rapporto chiarisce che le riforme fiscali implementate negli Stati membri negli ultimi 12 mesi  sono ampiamente in linea con gli sviluppi in materia fiscale degli anni precedenti. Le aliquote applicate al reddito d’impresa, Corporate Income Tax (CIT) continuano nel 2018 il loro trend discendente, anche se per compensare questi tagli sono state adottate alcune misure che mirano ad ampliare la base imponibile. Situazione abbastanza statica sul fronte della tassazione delle persone fisiche che, dopo anni di importanti cambiamenti, sembra rimanere sostanzialmente stabile nel 2018. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la tassazione sui consumi che non è stata interessata, nell’anno che sta per concludersi, da importanti cambiamenti.

 

Come evidenzia il rapporto, la stabilità di queste due ultime forme di tassazione riflette in qualche modo l’andamento in ripresa dell’economia nei Paesi dell’Unione europea, e allo stesso tempo il miglioramento delle condizioni relative alla necessità di bilanciare le finanze pubbliche con misure per stimolare la creazione di posti di lavoro. Sul fronte del contrasto alle disuguaglianze, alcuni Stati membri hanno compiuto sforzi per migliorare la capacità redistributiva  dei loro sistemi fiscali, mentre per quanto riguarda la lotta agli abusi fiscali, al fianco delle misure adottate dai singolo Paesi, bisogna tenere in considerazione  e valutare le azioni intraprese a livello Europeo e internazionale.