Le maggiori entrate preventivate grazie alla riduzione degli sconti d’imposta, saranno compensate dalla spending review. La razionalizzazione verrà poi con la delega fiscale.
Meglio una sforbiciata alle spese piuttosto che alle detrazioni, concettualmente ispirate al principio di equità fiscale. Con questo spirito, il ministero dell’Economia e delle Finanze ha comunicato, ieri sera, che non ci sarà alcun taglio agli sconti d’imposta per oneri attualmente in vigore. Pertanto, entro la fine del mese, il Governo abrogherà il comma 575 della Stabilità (legge 147/2013), affidando la razionalizzazione delle detrazioni in argomento alla delega fiscale, in corso di approvazione in Parlamento. Le maggiori entrate, previste dal taglio “scongiurato”, saranno compensate dalla spending review.
Testualmente, il richiamato comma 575 dice: “Entro il 31 gennaio 2014 sono adottati provvedimenti normativi” – anche in deroga allo Statuto del contribuente – “di razionalizzazione delle detrazioni per oneri di cui all’articolo 15 del testo unico delle imposte sui redditi,…, tenendo conto dell’esigenza di tutelare i soggetti invalidi, disabili o non autosufficienti, al fine di assicurare maggiori entrate pari488,4 milioni di euro per l’anno 2014, a 772,8 milioni di euro per l’anno 2015 e a 564,7 milioni di euro a decorrere dall’anno 2016”.
Ma, cosa sarebbe accaduto se i previsti provvedimenti non fossero stati emanati?
Le conseguenze si trovano nel successivo comma 576 che, inevitabilmente, subirà la stessa sorte del 575.
Ebbene, senza seguiti normativi, le detrazioni Irpef del 19% elencate nell’ articolo 15 del Tuir – tra cui, quelle per gli interessi sui mutui ipotecari accesi per l’acquisto dell’abitazione principale, per le spese sanitarie, per i premi corrisposti per assicurazioni sulla vita, eccetera – sarebbero scese al 18% già nella dichiarazione relativa ai redditi 2013, per arrivare poi al 17% dal periodo d’imposta 2014.
La rimodulazione dell’aliquota avrebbe, inoltre, riguardato anche ulteriori oneri e spese la cui detraibilità dall’Irpef è “riconducibile” all’articolo 15, comma 1, del Tuir, come ad esempio le detrazioni del 19% per le spese sostenute per la frequenza di asili nido.
Dunque, una decisione presa giusto in tempo, che consentirà una ottimizzazione degli sconti d’imposta, a “conti fatti”, ragionata e attenta a evitare qualsiasi aggravio fiscale.
FONTE: Fisco Oggi (giornale on line dell’Agenzia delle Entrate)