“Grazie al deprezzamento dell’euro nei confronti del dollaro, ai prezzi dei prodotti petroliferi in caduta libera e ai tassi di interesse prossimi allo zero, si va consolidando la ripresa economica sia nel Veneto sia nel Nordest, anche se speravamo in una crescita economica più vigorosa che, comunque, sarà superiore al dato medio nazionale”.
A sostenerlo è il coordinatore dell’Ufficio studi della CGIA Paolo Zabeo che, grazie ai dati messi a disposizione dall’Istat e da Prometeia, ha commentato le previsioni di crescita per l’anno appena iniziato rispetto ai principali indicatori economici del Veneto, del Friuli Venezia Giulia e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano.
“Quest’anno la crescita del Pil del Nordest dovrebbe attestarsi attorno all’1,3 per cento – prosegue Zabeo – 0,4 punti in più rispetto al 2015. Se negli anni scorsi è stato l’export a segnare un trend sorprendentemente positivo, quest’anno si aggiungono buone notizie dal mercato del lavoro. Sia in Veneto sia in Friuli Venezia Giulia il tasso di disoccupazione medio annuo dovrebbe scendere di quasi un punto, attestandosi rispettivamente al 5,7 e al 7,8 per cento. A seguito della ripresa dei consumi interni, degli investimenti e al buon andamento del settore manifatturiero – in particolar modo dei macchinari, dell’occhialeria, della gomma/plastica e dell’alimentare nel Veneto e del settore del legno/mobile e dei metalli in Friuli – la crisi sembra essere solo un brutto ricordo, anche se molti problemi rimangono ancora sul tappeto. La situazione del credito, i tempi di pagamento, il peso delletasse e l’eccessiva burocrazia continuano ad ostacolare il lavoro di chi fa impresa”.
La CGIA, inoltre, prende posizione anche sulla difficile situazione che stanno vivendo le banche popolari venete.
Il Segretario Renato Mason dichiara:
“Le forti accelerazioni normative imposte in questi ultimi anni sia dalla Bce sia dalla politica nazionale rischiano di non consentire al nostro sistema bancario di metabolizzare questi cambiamenti. La decisione di trasformare le popolari in Spa e successivamente di quotarle in borsa richiederebbe più tempo. In una fase in cui l’economia e anche i mercati finanziari non tirano, queste decisioni andrebbero calibrate meglio, altrimenti rischiamo di snaturare un sistema che, nonostante i problemi emersi in questi ultimi mesi, rimane centrale per la crescita economica della nostra regione”.
Ancorché prudenziali, di seguito vengono illustrati i trend di alcuni indicatori economici relativi al Nordest.
Per quanto concerne il Pil, il tasso di crescita dovrebbe attestarsi attorno all’1,3 per cento: dopo gli 8,6 punti percentuali persi dall’inizio della crisi fino al 2014, nel 2016 si rafforza così l’inversione di tendenza iniziata l’anno scorso (+0,9 per cento rispetto al 2014). Se in Veneto e in Friuli l’incremento di quest’anno dovrebbe essere dell’1,3 per cento, in Trentino Alto Adige dovrebbe toccare l’1,1 per cento. La crescita del Pil nazionale, invece, potrebbe fermarsi all’1,2 per cento.
I consumi delle famiglie sono destinati a crescere dell’ 1,4 per cento. Se a Trento e Bolzano l’incremento sarà più robusto (1,4 per cento), nel Veneto e in Friuli Venezia Giulia la variazione dovrebbe attestarsi all’ 1,3 per cento. Anche in questo caso il dato medio del Triveneto sarà superiore a quello nazionale (+1,2 per cento).
Gli investimenti tornano a risalire. Dopo aver perso 23,5 punti percentuali dall’inizio della crisi al 2013 (dati Istat) e altri 3 punti percentuali nel 2014 (stime), nel 2016 la variazione di crescita sarà del 3,1 per cento, un dato migliore rispetto alla prima inversione di tendenza registrata nel 2015 (+1,3 per cento). Se in Trentino Alto Adige sarà del 3,5 per cento, in Veneto raggiungeremo il 3 per cento e in Friuli Venezia Giulia il 2,9 per cento. In Italia questo indicatore crescerà meno (2,4 per cento).
La variabile che ha superato da tempo la fase più critica è l’export: dopo il + 3,3 per cento del 2014 e il +6,9 per cento del 2015 – con una punta del 7,3 per cento in Friuli, del 7,2 per cento a Bolzano e del 7 per cento nel Veneto – nel 2016 le vendite all’estero dovrebbero subire una leggera frenata. A seguito delle situazioni di crisi presenti in molte parti del mondo, la crescita potrebbe attestarsi al di sotto del 4 per cento, con una punta del 5,7 per cento nella Provincia Autonoma di Trento.
Come dicevamo più sopra, il tasso di disoccupazione dovrebbe riservarci delle sorprese positive. Se a Nordest il tasso di disoccupazione è destinato a scendere al 5,9 per cento, a Bolzano si attesterà al 4,3 per cento (4,8 nel 2015), nel Veneto al 5,7 per cento (6,5 l’anno scorso) e a Trento al 5,8 per cento (0,7 punti percentuali in meno rispetto al 2015). In termini assoluti coloro che quest’anno si troveranno senza lavoro scenderanno a quota 194.500. Se a Bolzano i senza lavoro saranno 11.300, a Trento ne conteremo 14.500, mentre in Friuli Venezia Giulia i disoccupati saranno 42.200. In Veneto, infine, le persone in cerca di lavoro scenderanno a quota 126.500, contro le 144.600 contate l’anno scorso.