patto-stabilita-europa-italiaNascerà nelle prossime settimane il nuovo Patto di stabilità: tuttavia l’Italia non sembra soddisfatta delle condizioni economiche proposte dall’Europa.


Il Patto di Stabilità e Crescita, nell’ambito della terza fase dell’Unione economica e monetaria, mira a garantire la continuità della disciplina di bilancio degli Stati membri dopo l’introduzione della moneta unica. Questo accordo è diventato parte integrante del processo di coordinamento delle politiche economiche dell’Unione europea noto come “semestre europeo.”

Ed è in questi giorni che si sta per discutere e negoziare l’accordo per i prossimi anni tra i paesi dell’Unione: ma se alcuni risultano avvicinarsi altri, come l’Italia, sembrano muoversi in direzione opposta.

La situazione attuale

Negli ultimi tempi, il Patto ha visto infatti una crescente convergenza di interessi tra la Francia e la Germania nell’ambito dell’Unione europea. Durante una riunione dell’Ecofin, i ministri Bruno Le Maire di Parigi e Christian Lindner di Berlino hanno espresso un’ottimistica prospettiva sull’ottenimento di un accordo entro l’anno. Questo spirito positivo è stato alimentato dai loro continui colloqui bilaterali e dalla sinergia rinnovata, anche se il negoziato rimane sfidante. La nascita del nuovo Patto di Stabilità è programmata per novembre, probabilmente il 23, con una chiusura definitiva prevista a dicembre.

Da notare che la Germania è ora pronta a rivedere le regole fiscali che erano state sospese durante la pandemia, segnando un cambiamento significativo. Inoltre, nell’ambito dei negoziati sul nuovo Patto di Stabilità dell’UE, si è flessibilizzata l’idea dei tempi per la riduzione del debito, soprattutto per i paesi che superano il limite del 60% del PIL.

Una proposta danese, che suggerisce la riduzione del debito entro quattro anni dopo un periodo di adeguamento (con possibilità di estensione a sette o anche undici anni), ha ottenuto sostegno, nonostante l’iniziale proposta spagnola prevedesse un periodo di quattordici anni (o diciassette in caso di estensione).

Patto di stabilità: ancora braccio di ferro tra Europa e Italia

Tuttavia, il nostro Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sembra essere contrario a questa proposta poiché teme un impatto eccessivo sull’aggiustamento di bilancio. Inoltre, alla luce delle preoccupazioni espresse da Mario Draghi in merito a una possibile recessione in Europa, il Ministro preferisce una maggiore gradualità nei cambiamenti.

L’Italia, in particolare, solleva delle obiezioni sulla “salvaguardia per la resilienza del deficit.

Fonti del Ministero dell’Economia hanno sottolineato che Roma non intende sottoscrivere un accordo che non possa mantenere, specialmente in un contesto di crescente tensione sui mercati finanziari dovuta all’aumento dei tassi di interesse e dei rendimenti dei titoli pubblici.

La discussione include anche una considerazione degli investimenti, che non saranno esentati dal debito, ma verranno valutati come fattori attenuanti in caso di una procedura eccessiva per il deficit. Questa considerazione si applicherà in particolare agli investimenti nella Difesa, mentre gli investimenti legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e ai cofinanziamenti nazionali forniranno una maggiore flessibilità di spesa nei prossimi anni, precisamente nel 2025-2026.

 


Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it