pareggio-di-bilancio-enti-locali-manovra-2019Pareggio di Bilancio Enti Locali, nella Manovra 2019 alcune interessanti novità sono attualmente in discussione. La più rilevante abolirebbe le sanzioni per chi sfora i vincoli.


La disciplina del pareggio di bilancio costituisce per le regioni e gli enti locali la nuova regola contabile – in sostituzione del previgente patto di stabilità interno – mediante cui gli enti territoriali concorrono alla sostenibilità delle finanze pubbliche. Essa, introdotta in via definitiva nell’ordinamento con la legge di bilancio 2017, stabilisce che il bilancio è in equilibrio quando presenta un saldo non negativo, in termini di competenza, tra le entrate finali e le spese finali.

 

Le attuali sanzioni

 

La disciplina dell’equilibrio di bilancio è accompagnata da una serie di sanzioni per il caso di mancato conseguimento del saldo obiettivo. Per alcuni profili analoghe a quelle già previste per la previgente disciplina del patto di stabilità, i meccanismi di sanzione per il mancato conseguimento del saldo di equilibrio dispongono:

 

  • per gli enti locali, la riduzione (applicata in rate costanti nel triennio successivo e tali da assicurare il recupero del saldo) delle risorse del fondo sperimentale di riequilibrio o del fondo di solidarietà comunale. In misura pari all’importo corrispondente allo scostamento registrato, ovvero, per le province di Sicilia e Sardegna, nella riduzione dei trasferimenti erariali e, per gli enti locali delle restanti autonomie speciali, dei trasferimenti regionali. In caso di incapienza gli enti locali sono tenuti a versare all’entrata del bilancio dello Stato le somme residue. Ed in caso di mancato versamento delle stesse, si prevedono apposite procedure di acquisizione da parte dell’erario degli importi dovuti;
  • nel caso delle regioni inadempienti, il versamento al bilancio statale, entro il 31 maggio ciascun anno del triennio successivo a quello dell’inadempienza dell’importo corrispondente ad un terzo dello scostamento registrato. In mancanza, lo scostamento è recuperato sulle giacenze regionali depositate presso la tesoreria statale;
  • il divieto per gli enti, nell’anno successivo all’inadempienza, di impegnare spese correnti (per le regioni al netto delle spese per la sanità) in misura superiore all’importo, ridotto dell’1 per cento, dei corrispondenti impegni effettuati nell’anno precedente, nonché il divieto di ricorrere all’indebitamento per gli investimenti (con esclusione per le regioni dei mutui già autorizzati ma non ancora contratti);
  • divieto di ricorrere all’indebitamento per gli investimenti;
  • il divieto di procedere nell’anno successivo all’inadempienza ad assunzioni di personale a qualsiasi titolo, salvo circoscritte eccezioni per talune funzioni essenziali, nonché di stipulare (qualora abbiano finalità elusiva della sanzione in esame) contratti di servizio con soggetti privati;
  • l’obbligo di rideterminare, nell’anno successivo all’inadempienza, in riduzione del 30 per cento le indennità di funzione ed i gettoni di presenza del presidente, del sindaco e dei componenti della giunta in carica nell’esercizio in cui è avvenuta la violazione.

 

Cosa cambierebbe nel Pareggio di Bilancio degli Enti Locali con la Manovra 2019?

 

Come indicato da un articolo de IlSole24Ore, nel pareggio di bilancio degli enti locali ridisegnato dalla manovra si potranno utilizzare gli avanzi finora bloccati dalle regole della legge 243/2012. E inoltre si potrà sforare il pareggio senza incappare nelle sanzioni, poiché le sanzioni verranno, a quanto pare, semplicemente abolite.

 

L’unico vincolo previsto sarebbe quello relativo ai saldi, che andranno calcolati «nel rispetto delle disposizioni previste dal decreto legislativo 23 giugno 2011, n. 118». Così facendo verrebbero meno tutti i paletti predisposti nelle varie leggi di bilancio dal 2011 a seguire.

 

Il nuovo pareggio cancella anche i monitoraggi e le certificazioni periodiche che fin qui hanno segmentato l’agenda di amministratori e revisori dei conti.

 

I Comuni in disavanzo

 

Si tratta nel complesso di circa 2mila Comuni, uno su quattro, che potranno partecipare solo marginalmente al banchetto apparecchiato dallo sblocco degli avanzi. A meno di non voler proprio sforare i vincoli di finanza pubblica. Secondo i dati presentati all’ultima Conferenza IFEL, il disegno di legge di bilancio non darebbe soluzioni ai problemi specifici e differenziati dei Comuni. Le richieste avanzate da tempo dall’Anci, sono fondamentali per consentire di chiudere i bilanci.

 

Andrea Ferri, Responsabile del Dipartimento di Finanza Locale Anci-Ifel ha messo in luce gli aspetti ancora controversi della manovra di bilancio.

 

“I comuni – ha precisato nella sua relazione introduttiva – rischiano riduzioni di risorse per 1.300 milioni di euro, una dimensione importante, da trattare con strumenti appropriati, di natura normativa (820 mln di euro tra FCDE, maggiorazione Tasi e maggiorazione e imposta di pubblicità) ma anche economica (480 mln di euro tra Fondo IMU-Tasi e maggiori spese per il personale). Il recupero anche parziale e progessivo del taglio ex dl 66/2014 (563 mln di euro) può costituire un supporto decisivo, anche per migliorare la perequazione oggi solo orizzontale”.

 

Per una guida completa al Bilancio Consolidato degli Enti Locali potete consultare questo link.