Pubblicata la II edizione del rapporto sulla cooperazione tra le agenzie fiscali nel contrasto alle attività illecite.

Il report identifica le principali agenzie coinvolte nei diversi step dell’attività di lotta ai crimini economico-finanziari e prende in considerazione i modelli organizzativi adottati nei vari Paesi per queste agenzie. Tenuto conto dei differenti modelli di agenzia applicati, il report individua i flussi di dati e informazioni che sono particolarmente significativi per l’efficacia dell’operato delle agenzie. In questa seconda edizione, i Paesi che hanno fornito i propri dati sono aumentati, passando da 32 a 48. L’obiettivo di questi report è identificare quali sono le migliori forme di collaborazione tra le agenzie perché possano lavorare insieme nel contrasto ai crimini di natura finanziaria, in maniera efficace ed efficiente.

Modelli organizzativi di Agenzie
Il report ha quindi individuato quattro modelli organizzativi: il Modello n. 1 in cui l’amministrazione finanziaria è responsabile per l’avvio delle indagini. Questo modello è applicato in Australia, Canada, Germania, Grecia, India, Irlanda, Giappone, Corea, Malesia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Singapore, Svizzera, Uganda, Regno Unito e Stati Uniti. Il Modello n. 2 è invece quello in cui l’Amministrazione è responsabile per la conduzione delle indagini, dietro la supervisione di un pubblico ministero. Trova applicazione in Austria, Azerbaijan, El Salvador, Estonia, Ungheria, Lettonia, Olanda, Portogallo, Serbia, Svezia, Spagna e gli Stati Uniti. Il Modello n. 3 è quello nel quale una agenzia fiscale specifica, dietro la supervisione del ministero dell’Economia e delle Finanze, è responsabile per la conduzione delle indagini. Questo modello è applicato in Ghana, Grecia, Islanda e Turchia.
L’ultimo modello, il numero 4, è quello dove il pubblico ministero ha la responsabilità per gestire le indagini finanziarie. Questo modello è applicato in Belgio, Brasile, Burkina Faso, Cile, Colombia, Costa Rica, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Messico, Norvegia, Perù, Slovacchia, Slovenia e Spagna.
L’Italia non è inclusa nei quattro modelli elencati sopra. In Italia, la responsabilità per avviare le indagini finanziarie sulle frodi è demandata alla Guardia di finanza che può avviarle sia indipendentemente sia dietro la direzione del pubblico ministero.

Focus sulle best practices
Nel report vengono indicati alcuni esempi positivi di approcci intrapresi dai diversi Paesi per facilitare la cooperazione tra le agenzie.
Una di queste best practice è relativa alla condivisione di informazioni con le Amministrazioni fiscali per la raccolta delle tasse come ad esempio l’Amministrazione che, nel corso di un controllo fiscale, può svelare informazioni che potrebbero rivelarsi utili per le indagini finanziarie. Un altro esempio di successo è relativo  alla possibilità di accesso di Alcune amministrazioni fiscali ai report sulle segnalazioni sospette che permette di migliorare la rilevazione di violazioni legate al riciclaggio di denaro o di aumentare l’importo delle tasse recuperate. Tra gli approcci considerati vincenti nell’ambito della cooperazione tra le agenzie fiscali, il report sottolinea anche l’esempio dell’Italia in cui l’unità di informazione finanziaria della Banca d’Italia ha diretto accesso all’anagrafe dei conti gestita dall’amministrazione fiscale, che include informazioni e dati su saldi e movimenti dei conti correnti e degli altri tipi di strumenti finanziari. Inoltre, recentemente è stato consentito l’accesso anche all’Anagrafe tributaria che contiene informazioni fiscali sui contribuenti.

Raccomandazioni
Il report conclude raccomandando ai Paesi di introdurre un obbligo per le Amministrazioni finanziarie di riferire all’agenzia che applica la legge o all’unità di informazione finanziaria prova di ogni seria violazione, sospetto di riciclaggio di denaro o attività di finanziamento del terrorismo e condividere tutte le informazioni rilevanti per le indagini su queste attività criminali. Le altre raccomandazioni fanno riferimento alla revisione dei modelli di cooperazione rafforzata, alla revisione degli esempi di best practices. Il report, inoltre, fornisce schede dettagliate per tutti i Paesi presenti, spiegando ruolo e funzioni degli enti e delle agenzie responsabili del contrasto agli illeciti  fiscali e finanziari.

FONTE: Fisco Oggi (giornale on line dell’Agenzia delle Entrate)

AUTORE: Claudia Scardino