L’Agenzia delle entrate ha pubblicato le linee guida per la flat tax, la tassa pensata per attirare persone facoltose che vogliono spostare la propria residenza in Italia.
«Mi dai 100mila euro di tasse all’anno e non se ne parla più». E’ la proposta, operativa da oggi, che lo Stato italiano fa ai Paperoni residenti all’estero per rientrare in Italia e mettersi a posto con il Fisco. Si tratta di un’imposta forfettaria offerta dall’Agenzia delle Entrate a chi intende trasferire la propria residenza fiscale nel nostro Paese, ovvero una «flat-tax», nel senso di imposta sostitutiva sui redditi prodotti all’estero.
Basterà pagare una tassa forfait di 100.000 euro l’anno e, se l’adesione si estende anche a figli e coniuge, ulteriori 25.000 euro a testa. La novità è operativa da subito ed è stata introdotta dall’ultima legge di Bilancio insieme alle norme come la rottamazione, per la quale è in arrivo una proroga dal 31 marzo a 21 aprile per presentare l’istanza di regolarizzazione.
Per avere diritto a questa imposta forfettaria bisogna aver trascorso fuori dall’Italia nove degli ultimi dieci anni, quindi questa agevolazione non può essere utilizzata da persone che spostano la residenza fuori dall’Italia per poi riportarla dentro dopo pochi mesi solo per godere dello sconto. Il provvedimento riguarda coloro che attualmente non sono residenti in Italia o gli italiani che non siano stati residenti in Italia da almeno nove anni sugli ultimi dieci, in parole povere.
Alcune stime parlano già di un migliaio di stranieri pronti a trasferire la residenza – e magari anche la propria attività – in Italia. Per rendere operativa questa importante novità fiscale l’Agenzia delle Entrate ha diffuso le istruzioni del direttore Rossella Orlandi e un’apposita check list, un elenco di domande che consentirà di capire se il proprio caso può rientrare e se può essere conveniente aderire a questo regime sostitutivo dell’Irpef.
Sulla base del provvedimento, l’istanza dovrà focalizzarsi sulla prova dell’assenza del centro vitale dei propri interessi in Italia nei periodi di imposta precedenti, sia con riferimento ai legami affettivi e personali, sia con riferimento agli interessi economici, senza dunque necessità di effettuare una full disclosure della propria posizione patrimoniale e reddituale estera ante trasferimento.