La cancellazione dell’Imu si sta rivelando più fittizia che reale. L’imposta sugli immobili è stata ripristinata sotto un’altra forma (Iuc), mentre per tutte le abitazioni diverse dalla prima non è stata affatto rimossa. Ma non è tutto. Nei Comuni in cui è stato deliberato l’aumento dell’aliquota base del 4 per mille (aumentabile fino a un massimo del 6 per mille), i contribuenti proprietari di prime abitazioni dovranno farsi carico del 40% di tale incremento. Il governo, infatti, nell’abolire l’‘IMU non aveva tenuto conto della necessità di reperire le risorse per garantire i bilanci di quelle amministrazioni che avevano messo la maggiorazione in preventivo.
Ora, circa 10 milioni di cittadini interessati avranno tempo fino al 24 gennaio per effettuare il conguaglio. Come era prevedibile, i Caf sono presi d’assalto. Non solo per la difficoltà di calcolare l’importo esatto, ma anche, semplicemente, per sapere se nel proprio Comune l’aliquota base è stata aumentata o no.
Per scoprirlo, il metodo più semplice ed efficace consiste nel consultare il sito internet della propria città. Quanto vi è indicato in materia di aliquote Imu ha valore legale. Complessivamente, in ogni caso, sono 2.377 su circa 8mila i Comuni in cui l’imposta è stata maggiorata. Secondo l’Anci, quelli in cui l’aliquota è stata portata al massimo (6 per mille) sono 338, quelli dove è stata collocata tra il 5 e il 6 per mille sono 1.329.
Tra capoluoghi di Provincia, l’aliquota è stata portata al 6 per mille nei Comuni di Agrigento, Alessandria, Ancona, Andria, Benevento, Brescia, Caltanissetta, Caserta, Catania, Catanzaro, Cosenza, Cremona, Crotone, Frosinone, Messina, Milano, Napoli, Parma, Perugia, Piacenza, Potenza, Rieti, Rovigo, Siena, Vibo Valentia; Genova, Torino e Livorno sono tra il 5,6 e il 6,8 per mille; Avellino, Foggia, Forlì, Terni e Verbania verseranno il 5,50 per mille; la percentuale è compresa tra il 5 e il 5,2 per mille a Belluno, Bologna, Campobasso, Modena, Novara, Ravenna, Reggio Emilia, Rimini, Roma e Verona; a Pavia siamo al 4,90, a Fermo e a Palermo al 4,8 per mille; Grosseto, Salerno, Teramo e Varese hanno l’aliquota compresa, infine, tra il 4,4 e il 4,6 per mille.
FONTE: CGIA Mestre