sindaci, area, irap“A nome del governo, e autorizzata dal consiglio dei ministri, pongo la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti articolo 1″ del ddl sulla legge di bilancio “nel testo identico a quello approvato dalla camera”. Lo dice nell’aula del Senato la ministra per i rapporti con il parlamento Maria Elena Boschi. Subito dopo si e’ aperta la discussione generale sulla fiducia.

 

Le dichiarazioni di voto cominceranno alle 12 e la prima chiama è prevista per le 14.30. La decisione di arrivare al voto di fiducia entro domani sera sulla legge di bilancio è stata presa dalla Conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama che si è conclusa dopo circa un’ora e mezzo di dibattito. Il voto sul calendario è avvenuto a maggioranza e quindi dovrà essere confermato in Aula.

 

Consultazioni per la formazione del nuovo Governo inizieranno giovedì, al massimo venerdì. Questo è l’orientamento del Quirinale alla vigilia del voto di fiducia sulla manovra e della direzione del Pd. Fermo restando uno scenario in veloce evoluzione.

 

 

 

LA DIRETTA DAL SENATO

 

 

 

 

 

Il Pd darà la propria disponibilita’ alla formazione di un “governo di responsabilita’ nazionale” sostenuto “da un ampio spettro di forze”. Alla vigilia della direzione Pd, i Democratici sono pronti a rispondere con il “massimo impegno” all’appello del presidente Sergio Mattarella per risolvere lo stallo che si e’ aperto dopo il voto sul referendum.

 

Con le dimissioni di Matteo Renzi, che dovrebbero essere formalizzate domani al Quirinale, e le successive consultazioni, si apre un percorso che vede i Democratici in campo per tentare di dare un governo stabile al Paese. Per questo, spiegano alla Dire fonti del Pd, e’ necessario che un ampio spettro di forze, ivi comprese le opposizioni al governo Renzi, o almeno una parte consistente di esse, partecipino con eguale senso di responsabilita’ al tentativo di formare un governo istituzionale.

 

Da questo punto di vista, il nome a cui in molti guardano e’ quello del presidente del Senato Pietro Grasso. Ferme restando, ovviamente, le prerogative del presidente Sergio Mattarella, l’orizzonte temporale in questo caso sarebbe piu’ lungo dei pochi mesi necessari a fare la riforma elettorale. Nell’ipotesi che questo tentativo fallisse, il Pd assicurerebbe comunque il proprio apporto per un governo dal mandato limitato: scrivere le leggi elettorali per Camera e Senato, o meglio renderle omogenee, e portare il Paese al voto. In questo caso, non e’ escluso che possa essere il premier in carica Matteo Renzi a guidare l’esecutivo, nel caso in cui si chiarisse che questo serve, appunto, a superare lo stallo.

 

Il M5s intende andare ad elezioni il prima possibile. Non vogliamo stare qui a bivaccare mesi e mesi, magari molti di loro vorranno maturare la pensione. E poi a far cosa? I tavoli con il Pd sulla legge elettorale? Sapendo che questi l’unica cosa che potranno produrre e una legge contro il M5s“. Lo dice il deputato M5s Alessandro Di Battista, in diretta facebook dall’aula di Montecitorio.

 

Noi al tavolo con queste persone non ci sediamo, non esiste”, aggiunge Di Battista. “Non ci interessa sederci ai tavoli con questi bari, con questi ladri di democrazia che oggi riparlano di legge elettorale”.

 

Per il deputato 5 stelle “la legge elettorale c’è. Pensiamo che abbia dei profili di incostituzionalità, ma su questi interverrà la Consulta, credo a gennaio. Poi, una volta letti i rilievi che farà si andrà al voto con quella legge da applicare anche su base regionale al Senato. Siamo stufi, non vogliamo parlare mesi e mesi di legge elettorale”.