Tra i cinquemila emendamenti presentati dai gruppi alla Camera, in tanti chiedono lo stop alla flat tax da 100 mila euro proposta dal governo per chi trasferisce la residenza nel nostro Paese, dopo aver passato all’estero 9 degli ultimi 10. Parlamento contro i ‘paperoni’ ma anche contro il canone Rai. Tra i cinquemila emendamenti alla maresentati dai gruppi alla Camera, in tanti chiedono lo stop alla flat tax da 100 mila euro proposta dal governo per chi trasferisce la residenza nel nostro Paese, dopo aver passato all’estero 9 degli ultimi 10. Meglio introdurre una percentuale, mettono nero su bianco da Forza Italia al Pd passando per i Conservatori e riformisti.
Trasversale anche l’assalto alla Rai: in molti chiedono un ulteriore taglio del canone (fino a proporne il dimezzamento) e il finanziamento delle emittenti locali. Con l’eccezione di Fratelli d’Italia che vorrebbe che il contributo annuale restasse a 100 euro, anziché scendere a 90 come previsto dal governo. Resta da capire quali saranno le proposte individuate da ciascun gruppo come prioritarie: la nuova legge di bilancio infatti prevede che vengano segnalate ma al momento non tutti i gruppi lo hanno fatto, così come è stato poco utilizzato il nuovo meccanismo previsto per coprire le proposte di modifica e che offre margini di manovra più ampi ai parlamentari. Sul tavolo è comunque destinato a restare un quinto degli emendamenti presentati e tra questi è però probabile che si conteranno sia quelli sulla famiglia che quelli sugli statali. Sul primo fronte si va da chi come la Lega propone di concedere il bonus mamme solo agli italiani a chi, nel Pd, chiede di differenziarne l’importo per favorire i comuni più spopolati. E ancora: sempre tra i Democratici, le deputate vorrebbero che l’accesso al fondo natalità fosse consentito anche ai genitori single e che il congedo per i neopapà salisse da due a quindici giorni, così come proposto anche dal presidente dell’Inps Boeri.
Più drastici gli esponenti di Sinistra italiana che vorrebbero cancellare tutti i bonus (mamme e nido) e finanziare un piano per gli asili. Immaginando sempre misure a sostegno della famiglia, c’è infine anche chi come Alternativa libera punta a introdurre l’Iva agevolata per pannolini e biberon, un classico delle manovre autunnali. Altro capitolo ricco di proposte di modifica è quello previdenziale, così come quello relativo agli Enti locali. Per quanto riguarda il primo, secondo quanto viene riferito, è sempre più possibile che Opzione donna, vale a dire la possibilità di andare in pensione in anticipo, venga estesa a tutte le coloro che compiono 57 o 58 anni utilizzando fondi già stanziati. Come sempre poi c’è il fisco: se l’ipotesi di introdurre una cedolare secca automatica appare tramontata dopo l’alt del premier, sono comunque numerose le proposte che insistono su questi temi. Web tax inclusa. Una proposta per tassare le multinazionali è ad esempio stata presentata dall’ex Pd Civati. Rimanendo in tema di tasse, il Pd propone di raddoppiare, portandolo a 400 euro, l’importo relativo alla misura fissa delle imposte di registro, ipotecarie e catastali sui trasferimenti di immobili nell’ambito di vendite giudiziarie. E’ invece firmata da Rocco Palese di Cor la proposta di usare i fondi immobiliari per rilevare i beni delle aste fallimentari andate deserte e rimetterli nel mercato restituendo così qualcosa ai creditori.