Dalla Commissione Europea filtra che i numeri presentati dal governo sono diversi da quelli concordati, ma che c’è comunque la volontà di non alimentare tensioni con l’Italia. Spuntano “voluntary” sui contanti e un Fondo unico per le assunzioni nella P.A.
In attesa di vedere le carte, Bruxelles non si sbilancia e nonostante sottolinei come i “numeri” presentati dal governo siano “diversi da quelli concordati” fa sapere di voler capire cosa ci sia “dietro” le tabelle prima di chiedere chiarimenti. L’aspetto quantitativo conta – è il ragionamento – ma conta anche quello qualitativo e “non c’è volontà” di alimentare tensioni con l’Italia, ci tengono a sottolineare fonti della Commissione Ue. “La Commissione europea si divertirà a giocare con numeri e singole misure ma credo che la manovra passerà”, è intanto la previsione del ministro dello Sviluppo, Carlo Calenda. Intanto le perplessità espresse nei giorni scorsi dall’Ufficio parlamentare del bilancio, l’Authority italiana dei conti, sono state superate dall’aggiornamento dei dati macro annunciato dal governo alla fine del Consiglio dei ministri di sabato scorso che ha approvato la nuova legge di bilancio, confermando la crescita all’1% ma portando il rapporto deficit/pil al 2,3.
Percentuali che non è escluso vegano ritoccate ulteriormente durante l’esame della manovra in Parlamento. Ufficialmente i testi (oltre il ddl bilancio, il governo ha annunciato anche un decreto per l’abolizione di Equitalia nel quale ci sarebbe anche la ‘rottamazione’ delle cartelle) dovrebbero approdare alla Camera entro giovedì 20 ottobre ma è quasi certo che l’Esecutivo si prenda qualche giorno in più, fino al lunedì successivo (il 24). I tecnici infatti stanno ancora scrivendo le norme e tra le novità principali, secondo quanto si apprende, vi sarebbe l’ipotesi di una disclosure anche per i contanti, con un prelievo forfait al 35%. L’obiettivo sarebbe quello di far emergere denaro che, tornato nel circuito ‘regolare’ diventerebbe fonte di tassazione futura.
La misura servirebbe a copertura di alcuni interventi di rilancio dell’economia e – sarebbe il ragionamento – consentirebbe di investire il denaro finora celato al fisco, il cui ammontare è consistente: secondo una stima fatta recentemente dal procuratore capo di Milano, Francesco Greco, si tratta di un tesoro compreso tra i 200 e i 300 miliardi di euro, di cui almeno 150 sarebbero liquidi. Come per la passata ‘voluntary disclosure”, comunque, sarebbero sanati gli aspetti fiscali ma non vi sarebbe uno scudo per eventuali reati penali. Una misura che è destinata a essere oggetto di molte polemiche, a partire da quelle della sinistra anche dentro il Pd che potrebbe avere da ridire anche sulle misure relative a Equitalia. Molto però dipenderà da come gli interventi saranno tradotti su carta. “Per pagare meno – osserva Pierluigi Bersani, che nei giorni scorsi ha criticato l’ipotesi di un’operazione sui contanti – bisogna pagare tutti: non è un ragionamento di vampiri, è un ragionamento normale”.
Una replica indiretta al premier Matteo Renzi che è tornato a difendere la linea del governo, che punta – ha detto – a lottare contro l’evasione ma dice anche basta a “gufi e vampiri”. In queste ore non è però solo il capitolo fiscale a essere al centro dei tavoli sulla manovra: spunta infatti un Fondo unico per le assunzioni con una dote da 400 milioni e che servirebbe a finanziare concorsi per 10 mila posti nella Pubblica Amministrazione, in aggiunta a quanto previsto per sanità e scuola, trattate a parte. L’obiettivo sarebbe quello di sostenere assunzioni in deroga ai limiti del turnover nei diversi settori, laddove ce n’è più bisogno: dalla giustizia alla cultura, passando per le forze dell’ordine. Previsti poi anche tra i 70 e i 100 milioni di euro per il Fondo esuberi del comparto bancario fino a ora finanziato solo dalla categoria.